«IO GIOCO INTERESSA?»
Parte stanotte il primo Slam della stagione Federer perde la pazienza dopo una serie di domande su clima e celebrazioni: «Sfido Johnson...»
Dopo mezz’ora di domande sull’opportunità di celebrare o meno i 40 anni dallo Slam dell’ultrabigotta Margaret Court, e sulla qualità dell’aria appesantita dagli incendi australiani, anche il cortesissimo Roger Federer ha perso la pazienza. «Sempre che a qualcuno interessi - ha interloquito - io al primo turno gioco contro Steve Johnson: in fondo è per questo che sono qui, no?».
Eccola, la notizia: dopo un mese di avvicinamento, di polemiche sul formato della Atp Cup, di analisi sulla concentrazione di polveri sottili nel cielo sopra Melbourne (il limite per la sospensione è stato fissato a 200 microgrammi, alle Olimpiadi sono 300) finalmente iniziano gli Australian Open. Una boccata d’aria fresca. Si parte nella notte italiana, e se nel femminile la domanda fondamentale è solo una - riuscirà la nostra eroina Serena Williams a vincere il 24esimo Slam pareggiando il record della politicamente scorrettissima Court? - nel maschile ci sono almeno tre sfide infilate nello stesso tabellone.
SFIDE. La prima è fra i Big 3, al secolo e in ordine di classifica Rafa Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer. In tre hanno vinto 14 delle ultime 16 edizioni del torneo, e 55 degli ultimi 66 Slam. Questa è l’ottava volta che si presentano al via occupando le prime tre teste di serie. La seconda sfida è fra loro e la muta abbaiante ma poco mordente dei giovani lupetti, e cioè, in ordine sparso, Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, Dominic Thiem, Sascha Zverev, Matteo Berrettini (perché no?) Karen Khachanov, Nick Kyrgios. La terza quella tutta interna ai succitati sfidanti, che, un po’ come i Proci nella reggia di Ulisse nella nota serie sceneggiata di qualche millennio fa, attendono la puntata giusta per sfrattare i padroni di casa. Sperando che ci riescano prima che la maggiore preoccupazione di Federer & Co diventi la prostata.
FUTURO. «Qualcuno ci scalzerà, è inevitabile», sospira Djokovic, il campione uscente che punta all’ottavo titolo e nel borsino della vigilia è il favorito, visto anche il feeling ultradecennale con il torneo (nel 2008 vinse qui il suo primo Slam). Se dovesse farcela, e Nadal non arrivasse in semifinale, tornerebbe lui sul trono della classifica mondiale. Rafa invece insegue il 20esimo Slam, che lo porterebbe alla pari con Federer e lo renderebbe il terzo dopo Laver ed Emerson a vincere almeno due volte tutti e quattro i major. La corsa al record, lo sprint fra over 30 spizzicare un’altra fetta di Immortalità, è forse la quarta delle gare in programma a Melbourne Park, anche se i diretti interessati affettano distacco. «Non mi faccio ossessionare dai numeri», dice il Cannibale. «Per come stanno andando le cose», ribatte Federer, che non gioca un match ufficiale dalle Atp Finals, «è ovvio che Rafa e Nole vinceranno più Slam di me. E un giorno qualcuno batterà anche i nostri record. Non mi sarei mai aspettato di vincere tanto, ed ero convinto che Djokovic avrebbe potuto conquistare uno Slam, Rafa forse un paio di Roland Garros. I giovani che possono farcela adesso sono almeno dieci, per me ne vinceranno almeno 4-5, ma non chiedetemi chi e quando. Io so solo che per me contro Johnson non sarà facile, e che non ho grandi aspettative su questo torneo». La storia, anche quella del tennis, si fa un passo alla volta.