Ironia, ironia sembra che non ci sia
Caro Cucci, sono un pensionato che vive in Eredita, un paesino del Cilento. Sono tifoso viola fin da quando ero bambino, nel 1956. Proprio per “trasferire la maleducazione sul piano dell’ironia”, ti sottopongo alcune riflessioni circa l’articolo di Alessandro Barbano, nel quale commenta i numerosi “figli di p.’ urlati a Gasperini al Franchi e la risposta piccata del tecnico bergamasco. Premesso che non ho niente contro Gasperini, che, anzi, reputo uno dei migliori allenatori in Serie A, mi permetto di ricordare che non c’è molto da scandalizzarsi per queste cose e che purtroppo esistono “figli di p.”, per origine (nascita) e tanti altri “figli di p.” acquisiti oppure per comportamento i quali sono meno noti e si nascondono molto facilmente tra la folla dei tanti... Questi ultimi sono i più pericolosi perché si mimetizzano e non si notano. Perciò con questo scritto mi permetto di “consolare” il tecnico bergamasco, “reo” di aver definito cascatoreChiesa:sonocoseche fanno parte della “sociologia dell’insulto”, vecchia quanto l’umanità; sono cose come i tantissimi “arbitro cornuto” e roba simile indirizzati all’arbitrocrudelechehadanneggiato, magari facendola perdere, la squadra del cuore.
Luis Carniglia mi aveva insegnato la scappatoia argentina: “Hijo de puta, servando tu madre”. Valida anche la soluzione S.O.B. nei confronti dei cafoni da stadio.