Roma, Dzeko illude Champions più lontana
In vantaggio con il bosniaco alla fine del primo tempo, l’Atalanta rimonta nella ripresa (2-1) e si porta a +6. Quinto ko nelle ultime sette gare
La Roma rimedia la terza sconfitta consecutiva, lascia all’Atalanta il quarto posto, che ora è lontano sei punti. Da maggio del 2014 la squadra giallorossa non perdeva tre partite di fila. La crisi è evidente, emerge dai numeri e dalla involuzione sul piano del gioco, alla quale finora Fonseca non è riuscito a porre rimedio. Se contro Sassuolo e Bologna la Roma aveva compromesso la partita nei primi quarantacinque minuti, questa volta nella prima metà della gara è riuscita a complicare i piani dell’Atalanta, passando in vantaggio con Dzeko prima dell’intervallo. Ma nella ripresa la squadra si è arresa in modo preoccupante, dopo aver incassato i due gol in nove che hanno ribaltato il risultato. E’ stata l’Atalanta a fare la partita, anche dopo essere passata in vantaggio. La squadra di Gasperini gioca a memoria, ha entusiasmo e ha ottime possibilità di tornare in Champions anche l’anno prossimo.
PRIMO TEMPO ROMA. Fonseca ha fatto la mezza rivoluzione prevista. E’ tornato al 4-1-4-1 con
Mancini davanti alla difesa per dare più copertura e ha cambiato tutti gli uomini alle spalle di Dzeko, perché uno dei problemi che il portoghese ha studiato in settimana con i suoi uomini è stato quello delle enormi difficoltà in fase realizzativa. Gasperini ha scelto la formazione titolare, incurante dell’impegno di Champions di mercoledì a San Siro contro il Valencia. Per l’Atalanta conta più il campionato, per conquistare un’altra qualificazione, piuttosto che sperare di andare ai quarti di finale in Europa. La Roma ridisegnata da Fonseca è stata per tutto il primo tempo attenta, compatta, corta tra i reparti. Ha cercato di tenere il pallone e abbassare il ritmo, per non dare spazio alle ripartenze dell’Atalanta. Smalling ha avuto la meglio nel confronto molto fisico con Zapata, tanto che il centravanti è stato sostituito da Gasperini all’inizio della ripresa.
Pellegrini e Mkhitaryan hanno avuto il compito di inventare la giocata, ma l’armeno si è sacrificato anche in fase di copertura. Per tutto il primo tempo la Roma si è difesa con ordine, lasciando all’Atalanta poche occasioni, coprendo il campo con grande attenzione. La squadra di Fonseca ha creato poche occasioni, ma ha sfruttato l’unica vera che gli ha regalato l’Atalanta, proprio qualche secondo prima dell’intervallo. Palomino ha gestito malissimo il pallone in disimpegno, Dzeko glielo ha portato via e ha battuto Gollini. Il vantaggio un po’ fortunoso ha premiato la Roma.
LE MOSSE DI GASPERINI. Nella ripresa l’Atalanta ha spinto sull’acceleratore e Gasperini ha azzeccato i cambi. I nerazzurri hanno pareggiato subito con Palomino (che ha rimediato all’errore del gol subito) e dopo nove minuti hanno raddoppiato con Pasalic, entrato in campo da soli diciannove secondi al posto dello spento Zapata. L’Atalanta ha segnato dodici gol con giocatori subentrati dalla panchina, nessuno in Europa ha fatto meglio. Non può essere un caso ed è la dimostrazione di come Gasperini sa leggere la partita. La Roma, che nel primo tempo era stata concentrata in fase difensiva, ha commesso errori decisivi sui due gol: sul primo Spinazzola ha lasciato solo Palomino, sul secondo Pellegrini ha perso il pallone su fallo laterale a favore. La partita è finita lì, perché la Roma è rimasta ferma all’unico tiro in porta con il quale era passata in vantaggio con
Dzeko. Con quasi tutta la ripresa da giocare non è più riuscita ad essere pericolosa. Lo è stata di più l’Atalanta, che ha gestito il vantaggio e ha avuto altre occasioni. La sfida per il quarto posto l’ha vinta meritatamente Gasperini. Petrachi aveva detto che questa era una finale. Ora deve convincere i giocatori che dopo aver perso la finale la Roma ha ancora la possibilità di recuperare. Ci riuscirà?