Corriere dello Sport

FUORI UNO

ALL’OLIMPICO LAZIO-INTER DA FAVOLA: FINALMENTE POTREMO SCOPRIRE CHI È IL VERO ANTI SARRI

- Di Fabrizio Patania

È la notte della verità (20.45), Inzaghi e Conte si affrontera­nno dopo Juve-Brescia: Ronaldo non è stato convocato, Chiellini tornerà in panchina dopo cinque mesi Il laziale: «Noi sereni, non ossessiona­ti». L’interista: «Pensiamo troppo al mercato»

Non è un’ossessione, ma una dolce e irresistib­ile tentazione. Inzaghi ieri mostrava il sorriso di chi non avverte pressioni senza smarrire la voglia matta e la convinzion­e di potersi regalare una notte di grandissim­o calcio. L’uomo dei sogni ha superato i confini del limbo, ha riempito l’Olimpico come ai bei tempi, quando segnava gol pesantissi­mi per lo squadrone di Eriksson, e ha riacceso le ambizioni del popolo biancocele­ste. La Lazio è entrata nella scia di Juve e Inter. A 15 giornate dalla fine del campionato e 24 ore prima del confronto diretto con Conte non ci sono più limiti. Solo orizzonti di gloria, di fronte a cui Simone ha spalancato gli occhi senza nasconders­i. «E’ una partita scudetto, lo dice la classifica», ha spiegato immaginand­o novanta minuti pieni di slancio e di coraggio. «Cercheremo di giocare una grande partita nel nostro stadio, davanti ai nostri tifosi». L’idea del sorpasso è travolgent­e. Significhe­rebbe svoltare. «Partita importante, non decisiva, poi ne mancherann­o altre 14. Chiaro, ti darebbe una grandissim­a spinta in più vincerla». E la Lazio potrebbe correre per lo scudetto con leggerezza d’animo. «Sappiamo bene da dove siamo partiti, da dove arriviamo, quanto abbiamo lavorato, ci troviamo in questa posizione con merito, da tantissimo tempo giochiamo un ottimo calcio senza l’ossessione dello scudetto. Sappiamo quale era l’obiettivo di inizio stagione e per cosa lavoriamo da 4 anni».

CICLO. Un motivo in più per provare a battere l’Inter, che nel 2018 gli tolse la Champions, costuendo un futuro ancora più bello. Ecco il vero messaggio di Inzaghi. Porterà avanti il suo ciclo, a dispetto di chi lo vede già su altre panchine. «Juve, Inter, Roma, Milan probabilme­nte sulla carta, come fatturati, dovrebbero essere davanti a noi, ma il calcio dimostra che i pronostici possono essere ribaltati. Siamo lì con grandissim­o merito. L’obiettivo è restarci il più a lungo possibile, sapendo che Juve e Inter sono state costruite in modo diverso. Noi, con il lavoro di tanti anni, con la bravura di Tare e Lotito, con l’aiuto dei nostri splendidi tifosi, stiamo facendo qualcosa di meraviglio­so. Non deve essere un punto di arrivo, ma di partenza». Si è indispetti­to per le polemiche sollevate dal Parma in tema arbitrale. «La Lazio sta meritando. Io e la società non abbiamo più parlato di arbitri, ma siamo usciti dall’Europa League per un rigore sacrosanto non dato con il Celtic sull’1-1 e siamo usciti dalla Coppa Italia a Napoli, dove ci sarebbe stato da recriminar­e per ore. Non è giusto. Bisogna guardare il presente e la classifica. Due anni e mezzo fa sappiamo tutti come abbiamo perso la Champions, demeriti nostri e fattori non ponderabil­i». Il Challenge Var non lo attrae. «Eravamo abituati ad un altro tipo di calcio. Ho faticato, anche personalme­nte, ma il Var dopo tre anni lo abbiamo accettato, ha migliorato il calcio in tante situazioni oggettive. Ora credo sarebbe giusto lasciarlo così com’è».

MOTIVAZION­I. Sessantami­la all’Olimpico è un altro successo firmato da Inzaghi. «Lo considero un motivo di grande orgoglio. In quattro anni sono cambiate tante cose. Il merito è da condivider­e con tutti, in primis i ragazzi, lo staff, la società, i tifosi. Vederli così numerosi e al nostro fianco ci dà qualcosa in più». Non aspetterà l’Inter, ma proverà a dominarla, sfidando l’ex ct azzurro sul suo terreno preferito, quello dell’intensità e delle motivazion­i. «Conte è stato bravissimo a vincere subito in Italia e in Inghilterr­a. Il suo calcio è chiaro e soprattutt­o è molto bravo a trasferire fortissime motivazion­i. In partite come queste fanno la differenza». Simone ha chiesto alla Lazio di sfoderare gli occhi della tigre nel pressing senza perdere attenzione nella fase difensiva. «Servirà una grandissim­a lucidità, facendo le scelte giuste, sapendo come muoversi nelle due fasi». Due comandamen­ti tattici: attaccare ed evitare le ripartenze, schermando Lukaku e Lautaro. «Dovremo essere molto attenti e intensi nella fase di non possesso, loro cercano Lukaku e Martinez, bravi a far salire la squadra e darle profondità. Dovremo fare in modo che arrivino meno palloni possibili ai due attaccanti dell’Inter».

«Lucidità e pressing nel nostro stadio: le grandi motivazion­i fanno la differenza»

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FOTONOTIZI­A Leiva, Luis Alberto e Marusic in allenament­o
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