SARRI, BONUS FINITI: «ORA CONTA VINCERE»
Juve ko a Verona e incerta in Coppa Italia Con il Brescia il tecnico si fa pragmatico
«Klopp è simpatico però non conosce la Serie A se pensa che sia facile»
«Dobbiamo fare tanti punti senza badare ai risultati altrui Giochiamo bene per 70 metri e Dybala è bravo a costruire»
Sarri al… Max. Ora che i bonus sono finiti dopo lo scivolone di Verona, il Comandante avverte il rumore dei nemici alla porta e sceglie la via della concretezza. «Dobbiamo fare più punti possibile senza stare a guardare i risultati degli altri». Un pensiero molto “allegriano”, all’insegna del pragmatismo, senza tanti voli pindarici e senza preoccuparsi troppo della concorrenza. La Juve deve ritrovare una velocità di crociera costante, fatta di linearità di percorso e di vittorie in serie. Il Comandante si scopre “risultatista”, anche perché non c’è altro tempo da perdere. Proprio Allegri insegna: pure nel recente passato, il periodo invernale che porta alla ripresa della Champions League è stato spesso costellato da prove meno convincenti ma ugualmente vincenti. Ed invece la Juve di Sarri ha fatto qualche passo falso di troppo, ha sprecato il vantaggio di 4 punti che si era conquistata da dicembre in poi, sfruttando la frenata dell’Inter, tanto da ritrovarsi i nerazzurri accanto al primo posto e la Lazio ad un passo.
Adesso serve il cambio di marcia definitivo e oggi c’è un’occasione da non fallire con il Brescia, anche perché il calendario mette di fronte le inseguitrici e si potrebbe trarre beneficio nei confronti di una o di tutte e due le avversarie. A patto, però, di non incappare nei soliti difetti. «Lazio-Inter è una partita importante ma non determinante, il percorso è ancora lungo, meglio pensare alla nostra partita».
STIMOLI. Si torna sempre al punto di partenza, alla forza mentale che i bianconeri devono riacquistare per lottare pancia a terra dopo anni di largo dominio. «Era palese fin dall'inizio che questo sarebbe stato un campionato diverso, quindi dobbiamo trovare stimoli da questa situazione - riflette Sarri -. Penso sia eccitante essere lì a giocarsi il campionato fino alla fine, penso ci possa dare ulteriori motivazioni. Anche il problema della passività sui gol subiti si risolve con un più elevato livello di aggressività, perché non esiste un sistema difensivo che possa funzionare senza attenzione, abnegazione e aggressività». E pazienza se, da Liverpool, Klopp non si spieghi come mai la Juve non abbia dieci punti sulla concorrenza con una rosa definita “pazzesca”. «Jurgen ha detto infatti che non segue il campionato italiano, per questo non si rende conto del motivo - replica con un sorriso il tecnico bianconero -. E poi mi pare che pure la sua rosa sia forte…». L’allenatore dei Reds, parlando al Guardian, ha indicato i bianconeri come i principati candidati alla vittoria della Champions. «Klopp è una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto - prosegue Sarri -, si sta togliendo i panni di favorito».
PASSI AVANTI? Il Lione e l’Europa, in ogni caso, sono ancora distanti, così il Comandante pensa al rilancio nella corsa scudetto e allontana le nubi dalla Continassa. «Il momento negativo finisce a Verona dove abbiamo perso la partita facendo una brutta prestazione, una cosa che non dovrebbe mai succedere, ma che capita un po’ a tutti - assicura -. Chiaramente, quando succede alla Juve, è tutto molto amplificato ma questi giocatori dovrebbero essere nelle condizioni di reggere bene questo tipo di pressione».
La Coppa Italia ha detto che la squadra non è ancora guarita e che solo il risultato è da salvare, con poco altro. Vale a dire la costanza di Ronaldo (lasciato a casa in questo caso: un turno di riposo all’avvio di un vero tour de force) e le prove di Dybala e Buffon. Sarri però trova molto di buono: «Abbiamo fatto ottime cose per settanta metri di campo, con Dybala che arretrando ci consentiva di uscire bene dalla nostra metà del terreno, liberandosi dalla prima pressione. Quindi rispetto a Verona ci sono stati sicuramente notevoli passi in avanti, anche se abbiamo abbandonato un po’ a loro stessi i nostri attaccanti». Vediamo come se la cavano oggi senza Ronaldo a fare da punto di riferimento.