Balotelli, la sindrome da Pallone d’Oro
Mario lo disse nel 2016: «Posso vincere il premio». Ma sul 5-0 per Cristiano ha perso le illusioni
Spararle grosse. «Tra due-tre anni sarò Pallone d’Oro». Era il 2016. Siamo fuori tempo massimo, l’oro si è ossidato, Mario Balotelli è rimasto quello di prima, solo con meno profezie nel taschino. Mio cugggino ha fatto questo e quello, cantavano Elio e le Storie Tese. Ma forse Freud sarebbe più utile. All’epoca stava al Nizza e aveva ricominciato a segnare con una certa continuità. Il punto è che da anni la carriera del campione interrotto vive di ripartenze.
Oggi un Pallone d’Oro in carne e ossa non lo vedrà nemmeno, Ronaldo non è stato convocato. Il portoghese è quello che Mario non è mai diventato, neanche impegnandosi, pur pensando che non era così difficile, bastava concentrarsi. All’epoca disse di considerare Cristiano, insieme a Messi, «il più forte giocatore del pianeta». Per non smentirsi aggiunse anche: «Se faccio una buona stagione, senza infortuni e concentrato, non è impossibile per me per vincere il Pallone d'Oro». E vabbè. Coltiviamo ambizioni, viviamo di aspettative. Non ci accontentiamo mai di quelli che siamo. Nel 2009 un giovane Balo non ancora SuperMario affrontava per la prima volta Cristiano Ronaldo. Old Trafford, Manchester United vs Inter. Balotelli aveva 19 anni, il 45 sulle spalle e si sentiva investito di una missione. In campo era successo questo: Cristiano si era dilungato in quella che allora era la sua specialità preferita a corredo dei colpi di fuoriclasse con i quali già incantava, cioè “fare il fenomeno” con una serie di finte, doppi passi, veroniche, mosse e mossette mirate a stordire gli avversari. Muntari ci era cascato, Balotelli no. L’aveva inseguito e gli aveva mollato una randellata epocale. Scena successiva: Balo infuriato che urla improperi a Cristiano inginocchiato davanti a lui, con il sorrisetto beffardo di chi pensa: ma cosa vuole questo da me?
Voleva semplicemente dimostrare di essere alla sua altezza. Nel 2009 Cristiano aveva già vinto un Pallone d’Oro. Ne avrebbe vinti altri quattro. Riassuntino sui
Palloni d’Oro: Cristiano vs Balotelli 5-0, lasciate ogni speranza voi che aprite (la bacheca dei trofei). Quando lo scorso settembre è tornato a Brescia, gli fu chiesto se lo gasava giocare nello stesso campionato di Cristiano. Risposta secca: «No». Avanti con un’altra domanda. Anzi, no. Si accorse che forse la questione meritava un approfondimento. «Non mi esalta il pensiero di giocare contro di lui, anche se comunque, con Messi, resta il più forte del mondo». Già sentita, sì. Ma forse erano parole di circostanza, perché pochi mesi prima, maggio 2019, dopo la straordinaria prestazione di Messi nella semifinale di andata di Champions contro il Liverpool, postò su Instagram: «Messi fenomeno. Per il bene del calcio per favore non paragonatelo più al 7 della Juve».
A proposito di Juventus, la prima sfida non si scorda mai. 30 gennaio 2008, all’Olimpico di Torino, ritorno dei quarti di Coppa Italia, Juventus-Inter 2-3, Mario Balotelli lascia - davvero pensare di essere un predestinato. Ha diciassette anni e mezzo e la dinamite nei piedi. Segna una doppietta. In quello stesso periodo Cristiano Ronaldo - che ha cinque anni più di Mario - stava giocando la sua quarta stagione con il Manchester Utd. L’avrebbe chiusa con 31 gol in Premier League, trovando la definitiva consacrazione ed elevandosi lui sì - a re del mondo. Balotelli oggi pesa i suoi trent’anni, forse valuta i rimpianti e le occasioni perdute, o forse anche no.
«In crisi o no la Juventus è forte Dobbiamo pensare a noi stessi, anche se abbiamo tante assenze, e tirar fuori la nostra mentalità Teniamo gli occhi sul campo, perché in questo momento fa male guardare la classifica»
Il Pallone d’Oro non lo vincerà mai. Averne la consapevolezza è già abbastanza. E per noi sarebbe consolante pensarlo felice di com’è, senza l’ombra di un Cristiano Ronaldo a ricordargli ad ogni istante chi e cosa sarebbe potuto diventare.