LA CARICA DI IACHINI «FIORENTINA VIVA»
«Delusione? Siamo sempre stati in gara e il bicchiere è mezzo pieno Ora avanti con fiducia»
Battere il pessimismo, la paura, concentrarsi su questo finale di stagione, lottare fino all’ultimo respiro. Anche se oggi sull’altra panchina ci sarà il suo maestro, Claudio Ranieri, che lo volle capitano della “sua” Fiorentina. Iachini sa che tremare, pensare al peggio, non aiuta, anzi ti porta via il respiro. «Ho percepito un po’ di scoramento, di sfiducia, ma dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, siamo sempre stati in partita. Se abbiamo perso qualcosa, è stato per determinate situazioni, tipo Var, da cui siamo stati penalizzati, pur dimostrando lo spirito con cui abbiamo battagliato con squadre importanti. Stiamo concedendo poco, stiamo cercando di correggere errori in fase di possesso, di palleggio, di lettura delle diverse situazioni di gioco. A Napoli abbiamo fatto grandi cose, con l’Atalanta in Coppa addirittura ottime, invece nell’ultima sfida abbiamo sbagliato situazioni tecniche, ma non possiamo pretendere di fare in 40 giorni quello che altre squadre fanno in 8 mesi».
FINALMENTERECUPERATI. Le buone notizie. «Chiesa sta arrivando al suo top di condizione psico-fisica, sotto il profilo della testa, del cuore e anche della condizione, in più sta ritrovando anche il gol. Duncan partirà con noi: ha possibilità di scendere in campo ed anche Badelj sta migliorando molto. Caceres sta bene e in futuro tornerà anche Ribery».
MAESTRO RANIERI. «E’ uno dei maestri che ho avuto, al quale sono più affezionato. E’ un allenatore importante. Ci ha legato un passato di lavoro insieme, sono stato il suo capitano. Se un allenatore ti dà i gradi significa che ti riconosce dei meriti. Poi ognuno cercherà di dare il meglio per la sua squadra. Ora tutte le nostre attenzioni sono per la gara di oggi, rispettiamo la Samp, una squadra solida e con grandi interpreti, soprattutto in attacco. Quagliarella, Ramirez e Gabbiadini sono attaccanti che segnano e che hanno valori importanti. Dovremo interpretare una grande gara sotto l’aspetto tattico, difendendo bene, restando concentrati per 95 minuti, ma soprattutto mostrando personalità. Non so se la sfida con la Samp sia quella tra le deluse, perché la rivoluzione societaria a cui è andata in contro la Fiorentina non è cosa che si risolve in poco tempo. Non sarà l’assenza di Ekdal a cambiare gli equilibri. Dovremo stare attenti anche nelle coperture preventive, perché i nostri avversari recuperando il pallone sono abili a verticalizzare e attaccare la profondità».
NO ALIBI. «Gli alibi non mi sono mai piaciuti, anche se le due gare in una settimana ci hanno fatto fare i conti con un grande dispendio di energie, specie perché non potevamo intercambiare le forze. Fin qui, abbiamo avuto delle... onde di rendimento. Dobbiamo migliorare in fase di possesso, avere una intensità importante, andando ad occupare l’area avversaria con più uomini. Quello che conta, adesso, è il fattore personalità, concentrandoci sul presente, su quelli che siamo adesso, non su quelli che arriveranno a giugno».
IL BALLOTTAGGIO. Chi fra Vlahovic e Cutrone? «Sono due attaccanti giovani. Patrick viene da sei mesi e mezzo in cui non ha praticamente mai giocato ed il suo lavoro sul campo è stato diverso. Ha margini di crescita importanti, come Vlahovic che deve migliorare nella conoscenza dello smarcarsi, nella ricerca di fraseggio pulito, nella difesa del pallone, per far sì che la squadra leghi. Un mio vecchio allenatore, Boskov, diceva: “come gioca centravanti, gioca squadra”. Aveva ragione. Hanno ottime potenzialità, ma il loro futuro è oggi, ovvero quando servono a noi. Stiamo valutando di volta in volta su chi puntare, consapevoli dei leggeri problemi fisici con cui hanno dovuto fare i conti».
«In 45 giorni non è possibile fare ciò che gli altri fanno in 8 mesi...»