VIOLA E INSIGNE MAGIE DA STREGA
Una punizione del regista calabrese e un capolavoro dell’attaccante napoletano piegano il Pordenone in rete con Bocalon solo alla fine (91’)
Il Benevento se ne infischia dell'emergenza e riprende a macinare punti anche al Vigorito dove era ancora all'asciutto di vittorie nel 2020. Il rullo compressore giallorosso schiaccia ogni avversario con una forza d'animo mostruosa, non molla di un centimetro così come gli chiede Inzaghi e in classifica mette tra sé e gli inseguitori distanze siderali. Quello col Pordenone è il quindicesimo risultato utile consecutivo e va a braccetto in graduatoria con un punteggio stratosferico: +4 sulla Juventus del 2006/07, quella di Buffon e Del Piero, che terminò la stagione con 94 punti conquistati sul campo.
FORMAZIONI STRAVOLTE. Inzaghi per esigenza, Tesser per dare una scossa a una squadra che si è impigrita nelle ultime settimane. Formazioni inedite. Magari, nel caso di Tesser, pensando anche alla prossima gara interna col Chievo. Inzaghi ha poco da scegliere: in panchina ci sono due titolari e un pugno di ragazzini, un'emergenza senza fine con ben nove elementi ai box tra squalifiche e infortuni. Si comincia nel ricordo di Carmelo Imbriani, solita coreografia suggestiva della Sud in occasione del settimo anno dalla sua prematura scomparsa, sulla balaustra una lunga scritta “Imbriani: icona del calcio pulito”.
SFIDA DURA. Poi è sfida senza esclusione di colpi. Il Benevento, senza il metronomo Schiattarella (squalificato), affida le sue geometrie a Nicolas Viola. Tesser rinuncia a Burrai in cabina di regia e si affida alla fisicità di Pasa e Misuraca. I friulani si affacciano dalle parti di Montipò con una ripartenza veloce che manda al tiro Tremolada dopo 11': il portiere giallorosso è reattivo e respinge di pugni in angolo. Come un diesel la squadra di Inzaghi comincia a tessere le proprie trame. Al 16' è bravissimo Roby Insigne sul versante sinistro, il cross al bacio per Moncini che ci arriva in elevazione e manca il bersaglio di una spanna. La sfida ha le caratteristiche attese: i friulani giocano sulla loro fisicità, il Benevento è manovriero e negli ultimi 16 metri mette in difficoltà i ragazzi di Tesser. Al 36' la difesa dei ramarri commette fallo al limite dell'area. E' la mattonella di Nicolas Viola, che non si fa pregare: “arrota” il suo sinistro sulla punizione e manda la sfera ad infilarsi dolcemente all'incrocio. Vantaggio legittimo e voluto.
RIPRESA. La capolista si scrolla di dosso una leggera preoccupazione iniziale e comincia a giocare con la verve che gli è congeniale: Improta è imprendibile a sinistra, Sau sfiora il gol in più di un'occasione. E' sfortunato Moncini, che trova sempre un Di Gregorio reattivo e al 5' si vede annullare (giustamente) un suo gol di testa. Al 10' la combinazione tra Viola e Sau meriterebbe il gol, ma il tamburino sardo alza troppo la mira di testa. Gol rinviato di qualche giro di lancetta. E' il quarto d'ora quando Viola vede con la coda dell'occhio Insigne e lo serve in area: il fratello d'arte fa due passi e scaraventa un sinistro fotonico sotto la traversa per il 2 a 0. Partita in ghiaccio, anche se il Pordenone non molla mai la presa e prova sempre a portare insidie alla porta giallorossa. Ci va vicino Mazzocco con un clamoroso doppio palo (seguito da una parata da urlo di Montipò), poi fa centro Bocalon nel recupero di testa. Ma è troppo tardi per frenare la corsa del “tiranno” della B.