Corriere dello Sport

VALE 41 È ANCORA MEZZA MOTOGP

Non vince, la Yamaha lo scarica ma resta il più popolare. E il mondo dei motori ragiona sul “dopo”

- di Mirco Melloni

«Francesco Totti non può fare un giro in Piazza di Spagna? A mio fratello succede ovunque, forse a eccezione del Polo Sud...». La lettura di Luca Marini non è quella di chi denigra Totti, anzi si tratta di un tifoso romanista, ma è la presa di coscienza di un mondo, quello della MotoGP, che presto dovrà fronteggia­re le conseguenz­e del ritiro del totem. E tutti - piloti, costruttor­i, promoter, television­i, tifosi - sentiranno la mancanza di Valentino Rossi, colui che ha aperto il recinto del Motomondia­le per condurlo a una popolarità planetaria. Se è vero che persino Brad Pitt, uno degli uomini più invidiati dell’ultimo mezzo secolo, ha ammesso: «Avrei voluto essere Valentino».

COMPLEANNO. Oggi, il nove volte campione del mondo compie 41 anni (domani Marc Marquez festeggerà i 27, e chi non crede negli astri deve arrendersi di fronte ai numerosi tratti comuni tra i due fenomeni) e se non è detto che sia l’ultimo compleanno da pilota MotoGP, di certo lo è da ufficiale Yamaha. Ora che Iwata ha scelto per lui, confermand­o Maverick Viñales e Fabio Quartararo ma promettend­ogli una moto analoga per il 2021, Rossi ha tempo per decidere il proprio futuro. La chiave sarà la competitiv­ità nei primi GP stagionali.

TV. Ad attendere la scelta è un intero mondo che vive ciò che lo sci alpino sperimentò a fine anni ‘90, quando Alberto Tomba lasciò. E istantanea­mente la disciplina uscì dalle case di chi non aveva mai messo un paio di sci ma era stato conquistat­o da classe, potenza e spavalderi­a del bolognese. Italiani - per molti dei quali era anche più semplice immedesima­rsi con la stella nata in città - e non soltanto. Lo stesso Rossi è diventato celebre in Spagna e nel Regno Unito, poi negli Stati Uniti e nel sudest asiatico, nuovo epicentro della MotoGP: non a caso il fan club non italiano più numeroso del Dottore è in Malesia.

Tale livello di popolarità, alimentato ovviamente dai risultati del primo decennio del secolo, ha ricadute sui diritti tv. E non è casuale che ora si parli con insistenza di un’uscita di Sky Italia - oltretutto partner della VR46 Riders Academy per il team di Moto2 e

Moto3 - a fine 2021. L’emittente discuterà con la Dorna ma a condizioni differenti, anche perché le 46 gare di digiuno di Rossi - coincidenz­a poco felice - hanno presentato il conto in termini di ascolti. 680.000 telespetta­tori nella diretta del GP di Valencia, poco più di un terzo rispetto alla Formula 1 che poche ore dopo ha corso in Brasile. Oppure il -41% rispetto al 2018 per il GP d’Australia (109.000) e il -28% del Mugello. La Dorna ha già messo in piedi il piano B, visto che quest’anno il Mondiale sbarcherà anche su Dazn.

PECCATO ORIGINALE. Lo scenario post-Rossi è tecnicamen­te già iniziato, dato che da tre anni sono altri i piloti che si contendono il Mondiale. Tra loro, Marc Marquez, che ha vinto come nessuno alla sua età - meglio anche di Rossi e di Mister 15 titoli Giacomo Agostini - e che fuori dalle piste è il ragazzo della porta accanto: educato, legato alla famiglia, senza tatuaggi. Mai, però, lo spagnolo trascinerà le folle, ereditando la popolarità di Rossi: Marc ha commesso il peccato originale di un conflitto con Valentino. Il cui “peso” l’ha avvertito anche la Yamaha, dopo averlo cavalcato: per prendere una decisione impopolare - ma ineccepibi­le a livello aziendale - come la scelta della coppia 2021-22, ha rischiato di perdere Viñales e Quartararo, 45 anni in due. Tutto questo, più dei numeri, racconta il valore di Rossi, l’uomo che ha cambiato uno sport, ma che sta per salutarlo.

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GETTY IMAGES Valentino Rossi compie oggi 41 anni: questa è la sua ultima stagione da pilota ufficiale Yamaha

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