Corriere dello Sport

Non si mandano al macello i cavalli da corsa

- Sergio Celin, Padova gmail.com

Caro Cucci, sono Sergio Celin, delegato dell’associazio­ne contro il doping e la macellazio­ne dei cavalli da corsa. Ritengo sia ormai arrivato il tempo per un deciso cambio di rotta da parte delle autorità ministeria­li nei confronti dei cavalli i quali, non possono più essere considerat­i alla stregua di “BICICLETTE” usa e getta, se va bene! Si è mai chiesto quante famiglie possano mangiare grazie al lavoro con i cavalli da corsa negli ippodromi? Si è mai chiesto quanti soldi guadagna lo Stato grazie alle scommesse sui cavalli da corsa? Si è mai chiesto quanti bambini disabili vengano aiutati dai cavalli (molti di loro provenient­i dagli ippodromi), con la loro terapia di recupero? Si è mai chiesto, quanti detenuti potrebbero trovare una nuova ragione di vita e recuperare il rapporto perduto con la società accudendo un cavallo da corsa che per limiti di età non può più correre? Si è mai chiesto quante persone sono uscite dal tunnel della depression­e o sono arrivate ad accettare anche le cure più aggressive, affrontand­o gravi malattie grazie all’amicizia e alla vicinanza di un cavallo? Grazie al meraviglio­so sport dell’Ippica (nonostante tutte le sue “disgrazie”…), è impagabile quello che un cavallo può regalare. Coloro che riescono ad apprezzare tutto questo possono considerar­si degli autentici privilegia­ti!

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