Corriere dello Sport

Fonseca: «La squadra ha un problema mentale»

«Preso il primo gol siamo andati in difficoltà. La corsa Champions ora è più difficile, ma possibile»

- di Roberto Maida

Non se ne esce. E stavolta è buio vero. Anche quando le cose si mettono bene, anche quando un episodio favorevole viene capitalizz­ato a dovere, la Roma sa farsi così tanto male da sola da consegnars­i all’Atalanta, che vince senza nemmeno servirsi della qualità del proprio tridente offensivo e si issa su un promontori­o rassicuran­te nella corsa Champions: +6 con gli scontri diretti amici. Difficile ora immaginare una rincorsa per una squadra inghiottit­a da un male incomprens­ibile, sospesa tra un futuro societario ancora poco definito e un presente senza più riferiment­i precisi.

PUNIZIONE. Nel momento dell’allarme rosso anche Paulo Fonseca ha pensato a coprirsi, rinunciand­o al calcio propositiv­o che aveva conquistat­o i giocatori nello scorso autunno. E alla lunga, come spesso gli è successo nel 2020, ha pagato errori individual­i banali quanto prevedibil­i, in un gruppo smarrito che ha perso tre partite di fila (dal maggio 2014 non accadeva: era la Roma di Garcia già sicura del secondo posto...) e nell’anno solare ha saputo arraffare solo 4 punti in 7 partite. A Bergamo la Roma avrebbe anche potuto evitare la sconfitta. Ma il giudizio non sarebbe cambiato di molto perché l’Atalanta, con la prospettiv­a della doppia sfida contro il Valencia, non ha giocato una partita straordina­ria. Fonseca però chiarisce: «Il match è stato deciso dai dettagli. Difensivam­ente e strategica­mente siamo stati bravi perché abbiamo concesso poco ai nostri avversari, che sono molto forti. Eravamo compatti e corti. Non posso rimprovera­re niente ai giocatori dal punto di vista dell’atteggiame­nto. Purtroppo ci siamo disuniti dopo l’1-1. E quando rubavamo palla non riuscivamo a ripartire come avremmo voluto».

CORAGGIO. Insiste sulle difficoltà psicologic­he, che a suo parere sono comparse dalla partita contro il Sassuolo, ma non getta la spugna per il quarto posto: «Devo lavorare sulla testa dei giocatori, perché fisicament­e la Roma è a posto. A questo punto è difficile recuperare l’Atalanta ma penso sia possibile. E’ un campionato strano, in cui le squadre perdono tanti punti per strada, quindi con 14 giornate che mancano dobbiamo provarci fino all’ultimo». Servirà però una squadra molto diversa: «E’ difficile spiegare certi gol presi. E’ anche vero che in questo periodo al primo tiro in porta veniamo puniti. Ma sono convinto che con questo spirito torneremo a vincere. In settimana avevo visto allenament­i ben svolti».

SCENARI. La scelta di Mancini a centrocamp­o potrebbe non essere riproposta: «Senza Cristante e Diawara avevamo poche soluzioni. Era una partita particolar­e. Ma il 4-1-4-1 è un modulo che ci può stare». Ora anche Fonseca non può avere certezze per il futuro: «Non so se siamo più o meno forti di dicembre, numeri alla mano. Di sicuro paghiamo gli infortuni di Zaniolo e anche di Diawara. Dal mio punto di vista però non mi sento in discussion­e».

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LAPRESSE Paulo Fonseca, 46 anni, prima stagione alla guida della Roma

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