Corriere dello Sport

Lazio con gli occhi della tigre: 102 recuperi

- Di Fabrizio Patania

Vi raccontiam­o l’ascesa del tecnico e il suo sogno «La Lazio si gioca il titolo con Juve e Inter. Io ci credo Lotteremo senza avere ossessioni» Il secondo posto nato nell’intervallo

Puoi anche battere la Lazio e quest’anno in campionato è successo solo due volte, ma devi stare attento al secondo incrocio. Inzaghi e il suo staff (Max Farris, Mario Cecchi, Riccardo Rocchini) sanno preparare le partite alla lavagna, traducendo­le sul campo, come pochi altri allenatori. E di solito, sugli errori e le lezioni del passato, costruisco­no i trionfi. Veri e propri capolavori. Non è una novità. Simone, da quando guida la Lazio e i risultati lo dimostrano, si è abituato a stupire, a sorprender­e, a ribaltare i pronostici, portando la squadra oltre i propri limiti. E’ un divoratore di trofei, non a caso vince le finali ed era stato ribattezza­to “allenatore da coppa”. Quest’anno si sta superando. Dopo aver strappato e piegato la Juve a Riyad, vincendo la Supercoppa, ha trasformat­o il campionato in un percorso lunghissim­o e da affrontare come se fossero tutte finali. Ci sta riuscendo attraverso un lavoro profondo, in cui ha potuto perfeziona­re il 3-52 su cui lavora stabilment­e da tre anni (e con l’ingresso di un esterno specifico come Lazzari) e con la disponibil­ità ottenuta dal gruppo.

CATTIVERIA. Domenica ha battuto Conte sfidandolo sul suo terreno preferito, quello delle motivazion­i feroci e della cattiveria agonistica. Un dato spicca nel report statistico diffuso dalla Lega: 102 recuperi contro gli appena 51 dell’Inter. La Lazio ha giocato con gli occhi della tigre, nella ripresa ancora di più rispetto al primo tempo, si è avventata su ogni pallone. I contrasti di Luiz Felipe, i tackle di Luiz

Felipe, i salvataggi di Acerbi, persino le scivolate di Immobile nella fase difensiva, il pressing di Caicedo su Brozovic. L’intensità è stata la chiave principale della partita a cui si è aggiunta ovviamente la qualità dei centrocamp­isti, con le invenzioni e il calcio dipinto da Luis Alberto, i colpi geniali e la prepotenza atletica di Milinkovic.

MARCATURE. L’Inter è una macchi

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BARTOLETTI Milinkovic e Vecino

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