Corriere dello Sport

DYBALA-JUVE IL NUOVO INIZIO

Dal possibile addio al gol numero 90 E poi una leadership ritrovata: anche quando manca Ronaldo, Sarri può contare su un fenomeno

- Di Filippo Bonsignore

Un altro leader, oltre Ronaldo. Manca il fenomeno? Non c’è problema: Dybala risponde e lo fa alla sua maniera. Con un ricamo su punizione, una delle specialità della casa, che allontana i cattivi pensieri. C’è Joya anche senza Cristiano, insomma, nonostante la Juve non sia ancora del tutto guarita. Ci ha pensato Paulo a prenderla per mano, ad accendere la luce in un periodo nebuloso e lo ha fatto non solo con il gol ma con una prova totale. Non la prima della stagione, in verità, che segue quella di San Siro in coppa Italia in cui non aveva trovato il gol ma era stato comunque tra i migliori. Ma c’è un altro aspetto che rivela un senso crescente di leadership. Quello sguardo rivolto ai tifosi, quel “no” con la mano che era un invito a non fischiare il compagno dopo una palla persa: un gesto da capitano, a difesa del gruppo, un richiamo a remare tutti nella stessa direzione, anche e soprattutt­o in un momento di difficoltà. Alla quinta stagione in bianconero, Paulo è cresciuto, non ha paura delle responsabi­lità e ha voglia di essere protagonis­ta a tutto tondo. Proprio lui, messo in discussion­e più volte fino alla possibile cessione dell’estate scorsa. Invece no, la sua storia con la Juve non era affatto finita.

CHE NUMERI. Con il Brescia, il Diez ha fatto un altro passo nella storia bianconera, toccando quota 90 gol che, uniti ai 35 assist confeziona­ti, dicono che ha contribuit­o a ben 125 segnature in 213 presenze: una media di 0,59 a gara. Dybala è salito così al quattordic­esimo posto nella classifica dei goleador di tutti i tempi del club: ha staccato Filippo Inzaghi (89) e ora si lancia verso la tripla cifra, verso il limite dei 100. I primi obiettivi all’orizzonte sono Guglielmo Gabetto (102 reti), Michel Platini (104) e John Charles (105). Paulo potrebbe avvicinarl­i o addirittur­a agganciarl­i con un finale di stagione di altissimo livello che potrebbe portarlo ad avvicinare i suoi massimi realizzati­vi in bianconero: 23 reti nel 2015-16, la stagione d’esordio, e 26 reti nel 2017-18. Al momento è a 12 gol (più 11 assist), un fatturato già superiore a quello della scorsa stagione in cui si fermò 10 (più 2 assist). Ecco i numeri che svelano come Paulo stia tornando il vero Dybala dopo un’annata in chiaroscur­o come quella passata. La Joya ha più fiducia, gioca più vicino alla porta avversaria, nonostante svolga spesso e volentieri anche un ruolo di regista offensivo, di raccordo tra i reparti, e gode anche di libertà tattica per esprimere il suo talento. Pochi vincoli che sono una novità per Sarri, come lo stesso tecnico ha ammesso.

GRANDI TRAGUARDI. Intanto, l’argentino ha rotto il ghiaccio, segnando il suo primo gol nel 2020 in campionato, dopo un digiuno che durava da due mesi (l’ultimo squillo era stato il 18 dicembre 2019 in casa della Sampdoria) dovuto magari anche ad una minore brillantez­za fisica a causa del richiamo di preparazio­ne effettuato a gennaio in ottica Champions. Paulo ora sta crescendo di condizione, aiutato dalla sua struttura fisica che gli permette di smaltire più in fretta i carichi di lavoro, e le prestazion­i sono una logica conseguenz­a. All’orizzonte c’è la Champions League, con l’andata degli ottavi di Champions in casa del Lione tra otto giorni: in Europa, il 10 è già stato decisivo in questa stagione con la doppietta alla Lokomotiv Mosca e la magìa su punizione all’Atletico Madrid che hanno portato sei punti. E poi ci sono lo scontro scudetto con l’Inter, già trafitta all’andata a San Siro, e il ritorno della semifinale di coppa Italia contro il Milan. Grandi traguardi, quindi, da raggiunger­e. E il contratto? Al momento non ci sono sviluppi nella trattativa per il rinnovo: la prima scadenza utile per far ripartire il confronto sono gli ottavi di Champions, dopo metà marzo quindi. In attesa della telefonata giusta, però, Dybala vuole parlare solo sul campo.

Si è trasformat­o in un vero jolly: partendo da destra opera a tutto campo

Punta ad arrivare a quota 100 reti: davanti a lui “vede” Gabetto e Platini

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GETTY Pep Guardiola, 49 anni, guida il Manchester City dal 2016

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