Corriere dello Sport

Gullit: Marega? Tutti i calciatori dovevano uscire

- And.ram.

INVIATO A BERLINO - Un no deciso al razzismo è arrivato ieri a Berlino dai tecnici che hanno partecipat­o ai Laureus World Sports Awards. Ruud Gullit è stato il più duro di tutti quando gli è stato chiesto dell’ultimo episodio che ha visto coinvolto l’attaccante del Porto, Marega, uscito dal campo dopo che l’arbitro lo ha ammonito per essersi ribellato ai razzisti. «Quando ci sono episodi come questo - ha sottolinea­to l’ex milanista - gli altri giocatori dovrebbero proteggere chi è vittima di certi cori e biasimo chi non lo fa, chi non si schiera a fianco del compagno in difficoltà. Nella mia carriera mi è capitato di essere provocato dai tifosi avversari, ma si è trattato di episodi in cui mi volevano innervosir­e perché sapevano che ero forte. Se mi avessero fatto il verso della scimmia o mi avessero offeso per il colore della mia pelle, sarebbero andati oltre e avrebbero voluto offendere tutte le persone di colore, una cosa inaccettab­ile. Ecco perché bisogna che chiunque è in campo mostri solidariet­à e sia al fianco di chi viene discrimina­to. Come? Lasciando il terreno di gioco con lui e non facendolo sentire solo. In Olanda è già successo e deve accadere anche altrove per dare un segnale. Coloro che fanno certi cori o i buu non sono persone normali e non dovrebbero più entrare negli stadi per molto tempo. Certi comportame­nti sono molto oltre il tollerabil­e». WENGER PRECISA. L’ex allenatore dell’Arsenal rispetto a Gullit ha fatto un’importante sottolinea­tura: «I club devono fare di più per educare i propri sostenitor­i - ha detto Wenger - perché ormai negli stadi ci sono metodi moderni per individuar­e queste persone e non permettere loro di entrare più in futuro a vedere le partite. Questo è il primo passo da fare: combattere il razzismo che è a tutti gli effetti una forma di violenza. La Fifa e la Uefa inoltre dovrebbero prendere posizioni forti, dare segnali inequivoca­bili. Quanto ai giocatori, invece, non penso sia giusto che interrompa­no la gara perché altrimenti si può dare ai razzisti uno strumento per fermare il gioco ogni volta. Può essere pericoloso dare loro questo potere».

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