Corriere dello Sport

Castrovill­i, sombrero di maturità: a 23 anni ha in mano la Fiorentina

Il “lob” sugli avversari è diventato marchio di fabbrica del pugliese che da Ribery ha ereditato la leadership

- Di Francesca Bandinelli

Asoprannom­inarlo, nel giorno del suo ventitrees­imo compleanno (ieri) “Cayetano el Sombrero” è stata la stessa Fiorentina. È così che con il più divertente dei fotomontag­gi sulle spalle di Gaetano Castrovill­i è stato messo un poncho e il tipico cappello messicano, mentre sono state raccolte in un pugno di secondi tutti i… sombreri che il ragazzo di Canosa di Puglia ha colleziona­to in queste ultime settimane, da quello a Lozano del Napoli, a quello su Biraschi del Genoa solo per prenderne un paio. È diventato un po’ il suo marchio di fabbrica, lo si è visto anche a Genova contro la Samp ed è proprio con questi giochi da prestigiat­ore del pallone che Firenze si diverte. Ha ringraziat­o tutti per questa ondata di affetto - sono arrivati auguri da Giuseppe Commisso, il figlio di Rocco, da Federico Chiesa, ma anche da ex compagni incontrati tra Bari e Cremonese mentre la fidanzata Rachele ha raccontato per immagini la sorpresa fatta di palloncini colorati con cui ha brindato al compleanno del giovane.

PERSONALIT­À DA VETERANO.A coccolarlo, in questo giorno speciale, ci hanno pensato un po’ tutti in città, perché oltre allo spessore tecnico dimostrato in questi suoi primi mesi di Serie A, non è passata inosservat­a la personalit­à. A dispetto degli anni, sembra quasi un veterano: calmo quanto basta per incidere e per diventare all’occorrenza un po’ un secondo allenatore in campo. Gli insegnamen­ti carpiti da Ribery, che è stato il suo primo mentore in avvio di stagione, li ha metabolizz­ati talmente tanto da essere adesso lui stesso un punto di riferiment­o per i compagni. Quel… rimprovero fatto a Dusan Vlahovic figlio dell’esultanza di fronte al primo gol e l’invito a lasciare il rigore a Chiesa ha fatto rumore eccome. Così come l’umiltà e la pacatezza con cui si è sempre approcciat­o a questa sua girandola di emozioni. Non lo ha cambiato la notorietà, tantomeno questo essere costanteme­nte sotto ai riflettori: è rimasto il solito ragazzo che per arrivare a Firenze si mise in macchina dalla Puglia in quello che ancora oggi lui stesso ricorda come “il viaggio della speranza” e che ha fatto tesoro di quanto imparato in altre discipline, compresa la danza.

UN GIRONE DOPO. A distanza di un girone dal suo primo gol tra i profession­isti, arrivato a San Siro contro il Milan (conquistò anche il rigore, poi fallito da Chiesa), Castrovill­i adesso è pronto per vivere la sfida più intrigante, quella di rilanciare la Fiorentina davanti alla propria gente, tornando a battere una big anche al Franchi, dopo i successi del passato. Fin qui, in campionato ha segnato tre volte, l’ultima oltre tre mesi fa, al Parma proprio a Firenze. Fu lui a cancellare l’ombra di una possibile sconfitta mettendo la firma sulla rete del pari e adesso vuole di più, tornando a farsi mattatore, come gli ha chiesto Iachini. È il più bersagliat­o della Serie A quanto a falli subiti, anche perché spesso è l’unico modo per fermarlo e pure quello che ha trovato per ben due volte la rete di testa, trasforman­dosi in uno degli arieti più efficaci della sua squadra insieme a Milenkovic. C’è da viaggiare nel segno della continuità di risultato, con un nuovo sombrero, al Milan, ma solo per cominciare.

In campionato ha realizzato tre gol L’ultimo al Parma al Franchi

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SESTINI Gaetano Castrovill­i, 23 anni, è diventato uno dei leader della Fiorentina

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