Parma, un contropiede europeo
La zampata del figliol prodigo Gervinho per mettere una serissima ipoteca sulla salvezza, ma anche per tenere vivo un sogno da cullare fino alla fine. Un’idea astratta eppure così accattivante chiamata Europa. Il Parma è in una sorta di limbo dopo la pesantissima vittoria in trasferta contro il Sassuolo, squadra che arrivava da quattro risultati utili di fila. Un Parma perennemente teso a cercare la propria reale identità: non è mai partito per rimanere in A e basta, ma allo stesso tempo non ha mai respirato così tanto il profumo dell’alta classifica. E di questo parlano ora i tifosi gialloblu. «In questo momento siamo in una posizione importante, certo, ma rispetto ad altre piazze rimaniamo umili per i nostri obiettivi. Anche se si analizza il monte ingaggi di Parma e Sassuolo c’è differenza. Ora siamo sesti, vedremo come e dove finiremo». Queste le parole di Roberto D’Aversa dopo i tre punti che hanno permesso ai crociati di appaiare il Verona.
L’ARMA NON SEGRETA. Dalla propria parte, per sognare l’Europa, il Parma ha sicuramente la coesione del gruppo, la maturità acquisita in questo secondo anno di massima categoria e un modo di giocare micidiale. Nella rosa di D’Aversa, ormai consacrato motivatore (la serie senza fine di giocatori rivitalizzati dalla C alla A ne sono la prova), non ci sono prime donne e chi vuole assurgere al ruolo finisce subito ai margini. È il caso Gervinho, riabilitato e subito al servizio della squadra con le scuse e un gol decisivo. Lo stesso tecnico ha spiegato di considerare «questi ragazzi come figli. Chi commette errori deve subirne le conseguenze, ma quando si riazzera tutto parla solo il campo. I ragazzi non hanno mai messo da parte Gervinho: bravo lui a segnare, bravi loro ad avergli dato valore». Un gruppo che appare qualitativamente ma soprattutto mentalmente più forte. La scorsa stagione, con un girone di ritorno cadenzato dai passaggi a vuoto, è stata mandata a memoria. E poi ci sono le ripartenze, la vera arma del gioco crociato: tutti lo sanno ma nessuno riesce a fermarle e così, secondo le statistiche, il Parma è la squadra in Europa più micidiale in contropiede, davanti a Liverpool e Dortmund.
ROSACORTA. Ma, come sempre con i sogni, c’è anche ciò che fa aprire improvvisamente gli occhi. I gialloblù hanno forse una rosa troppo corta per mantenersi fino a maggio su certi livelli. Gli infortuni continuano a privare D’Aversa della possibilità di scelta. Kucka e Kulusevski dovrebbero rientrare per la prossima con il Torino ma come centravanti ci sarà solo e sempre Cornelius. C’è una serie di elementi che stringono i denti da settimane (Iacoponi, Alves, Gagliolo, lo stesso danese), ma la crescita di altri (Hernani, Brugman, Kurtic) tiene vive la speranza di poter coltivare un sogno fino alla fine.
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