SINISA CONTA A 100 ALL’ORA
Sabato contro l’Udinese per riscattarsi Uomini centellinati, 12 titolari più i ragazzi della Primavera: Mihajlovic l’alchimista non cambierà nulla davanti alla Grande Emergenza
In dodici più tre o quattro ragazzotti della Primavera, di sicuro è il punto più alto della Grande Emergenza con la quale il Bologna sta convivendo da settimane, eppure conoscendolo siamo certi che Sinisa Mihajlovic affronterà l’Udinese con un unico obiettivo, quello di vincere la partita. Come d’altra parte è giusto che sia: non puoi parlare in un verso per mesi e mesi, inculcare nella testa dei tuoi giocatori certi concetti e principi e poi te le rimangi solo perché devi fare di necessità, virtù. La mentalità vincente devi alimentarla, coltivarla e allenarla giorno dopo giorno, partita dopo partita, e allora figuratevi se Sinisa di colpo si metterà a fare calcoli, a gestire questa situazione estremamente complicata nel tentativo di limitare gli eventuali danni, perché a quel punto no, non sarebbe più Miha, l’uomo delle imprese impossibili e che nel gennaio di un anno fa riprese per i capelli un Bologna che era praticamente con un piede e trequarti in serie B portandolo addirittura al decimo posto. E siamo convinti anche di un’altra cosa: nonostante abbia i giocatori contati, da qui a venerdì Sinisa non cambierà il modo di allenare la squadra ma le chiederà ugualmente aggressività e intensità, perché non puoi pensare di andare a cento all’ora sabato quando poi attraversi la settimana a una velocità notevolmente inferiore.
LA LEZIONE DI UDINE. All’andata il Bologna giocò a Udine una brutta partita. Su quella panchina c’era ancora Igor Tudor, la cui prima idea fu rendere complicata ogni giocata del Bologna. Tra l’altro, cambiò anche posizione ai propri esterni, impiegando un piede destro (Stryger Larsen) sul lato sinistro e un piede sinistro (Sema) sul lato destro per consentire a entrambi di andare con il piede giusto su Orsolini e Sansone quando i due rossoblù si buttavano dentro al campo. Non solo: sapendo che quel Bologna era molto pericoloso a palla bassa e quanto potevano determinare proprio Sansone, Orsolini e anche Soriano tra le linee, chiese ai loro dirimpettai di giocargli addosso il più possibile e di sporcare ogni loro azione. Poi, non avendo De Paul, utilizzò in attacco Okaka e Nestorovski, che fecero la guerra su ogni pallone. Come d’altra parte si comportò tutta l’Udinese, che fece valere per l’intera partita la propria struttura fisica, avendo addosso tanti chilogrammi e centimetri in più del Bologna. Ora, è difficile capire se Luca Gotti, allora secondo di Tudor e nel Bologna braccio destro di Roberto Donadoni, pretenderà che l’Udinese faccia quella stessa partita: va detto che essendo stato l’anno passato secondo di Maurizio Sarri al Chelsea ha di sicuro altre idee rispetto a Tudor, ma avendo bisogno di punti quanto meno vorrà vedere una squadra concreta, pragmatica in tutte e due le fasi del gioco, anche se è immaginabile che mai le chiederà di rinunciare a giocare.
IL COPIONE NON CAMBIA. Perché anche Gotti, come Sinisa, non sa predicare in un modo e poi razzolare in un altro. Non tenendo presente (neanche) la partita di Coppa Italia che per il Bologna B fu una mezza Waterloo, Mihajlovic andrà avanti per la propria strada e come sempre i suoi rossoblù dovranno essere intensi, aggressivi, coraggiosi nelle giocate e nell’andare a pressare alti i giocatori dell’Udinese. All’atto pratico, cambieranno gli interpreti ma il copione resterà lo stesso. Come è successo anche sabato passato contro il Genoa con l’uomo in meno e sotto di un gol. In poche parole, alla luce di questa emergenza infinita, c’è chi ritiene che il Bologna dovrebbe essere più brutto e cattivo rispetto al solito, magari di giocare proprio come ha fatto l’Udinese all’andata, ma il discorso è uno solo: il Bologna non saprebbe farlo e non avrebbe neanche la struttura fisica per poterlo fare. Caso mai i giocatori di Sinisa dovranno essere bravi a far girare il pallone con una certa velocità e magari anche a cambiare gioco da una parte del campo all’altra per consentire ai due esterni di andare all’uno contro uno con gli esterni dell’Udinese, perché più saranno lenti e più frequentemente Orsolini e Barrow saranno raddoppiati. Poi i rossoblù dovranno avere mille attenzioni sui calci piazzati, soprattutto per quella che è la notevole struttura fisica di tanti (se non di tutti) giocatori di Gotti. Della serie: guai se Skorupski avesse paura a uscire, su angoli e punizioni il suo comportamento sarà determinante, forse addirittura decisivo.
Intensità, coraggio aggressività: ruolo decisivo lo avrà Skorupski in uscita