C’era una volta il bel Cagliari
C’ era una volta il Cagliari... L’incipit che introduce tutte le belle favole, si abbina a cos’era la squadra rossoblù, fino all’alba di un dicembre non capito quando ha lanciato i segnali di una crisi ora emersa e che sta facendo tramontare il lieto fine.
Al netto delle buone intenzioni e del massimo impegno - non discutibili - ci sono stati errori individuabili frugando nel punto di forza che ha spinto la banda rossoblù sino alle soglie del terzo posto: il centrocampo. Un reparto mostruoso, perfetto, quattro pedine che si muovevano armonicamente e con assoluta efficacia nella porzione di campo fra le due trequarti. Rog, Nandez, Cigarini e Nainggolan a pieno regime non soltanto facevano cerniera (qualità tecnica e muscolare in abbondanza) ma sostenevano l’attacco fornendo quantità industriali di palle gol e soprattutto proteggevano una difesa meno attrezzata (senza offesa, le cifre ereditate dalle precedenti stagioni così certificano). Il calo di Rog, poi infortunatosi, non è stato assorbito e le scelte tecniche hanno peggiorato la situazione; incrinato il rendimento di quel centrocampo, l’attacco ha visto diradarsi le palle gol (contro Genoa e Napoli negli ultimi 180’ è stato un pianto) e la difesa ha mostrato tutte le sue lacune.
Contro il Napoli i tre in mezzo sono stati soverchiati; il tutto per avere due trequartisti (mossa incomprensibile) e una punta che la palla non l’hanno vista quasi mai. Nandez s’è sfiancato in orizzontale per rincorrere i buchi da tappare. In difesa poi la foto scattata è impietosa: Maran prima a destra ha messo Pisacane (un centrale) e, a frittata fatta col gol di Mertens nato proprio da quel lato, ha sconfessato se stesso inserendo Mattiello, di ruolo ma a lungo rimasto a guardare, complici vari acciacchi. Quanto è normale avere un buon centrale e un buon esterno (Romagna e Pinna) e darli via restando scoperti? Quanto è normale avere problemi già evidenti a dicembre, in difesa ma anche nell’alternativa al regista titolare Cigarini, ma nel mercato di gennaio operare per portare a casa due attaccanti (Paloschi e Gonzalo Pereiro) ovvero per l’unico reparto, era il sesto della Serie A, che di innesti non aveva bisogno?
Così arriviamo al c’era una volta una squadra che funzionava, con merito di chi l’aveva costruita e di chi l’allenava che, però, non hanno captato né interpretato i segnali di allarme. Certo, non può andare sempre così male; Rog rientrerà, i sei ceffoni presi nelle ultime nove partite probabilmente (si spera, perlomeno) faranno aprire gli occhi su quanto è sbagliato puntare su giocatori adattati anziché scegliere quelli di ruolo, forse faranno capire che sbarazzarsi di qualche giovane è stato un clamoroso errore. Ma per la favola del Cagliari il lieto fine ormai è lontano. Peccato.