Corriere dello Sport

DAYE: IL MIO DESTINO ERA VINCERE A PESARO

Intervista all’ala di Venezia, MVP della finale giocata contro Brindisi «Qui papà Darren conquistò due scudetti. E la città mi ama»

- Di Elisabetta Ferri

Afine partita Austin Daye, Mvp della finale con cui Venezia ha messo in bacheca la prima Coppa Italia della sua storia, è corso verso le tribune per andare ad abbracciar­e una persona che nessuno si sarebbe aspettato: la sua babysitter, Chicca, che lo teneva in braccio quando papà Darren era l'idolo incontrast­ato di Pesaro.

Trent'anni dopo, un altro Daye viene incoronato sull'Adriatico, anche se non veste la casacca biancoross­a, ma quella granata della Reyer.

TIFO.

« E' stato speciale vincere a Pesaro, dove mio papà conquistò due scudetti. Certo, il Palas è diverso, ma la città è la stessa e sono sicuro che molti di quelli che hanno visto la finale contro Brindisi facevano il tifo per lui e oggi anche un po’ per me».

Difatti i voti che lo hanno eletto miglior giocatore della finale sono arrivati da Instagram, quindi dagli spettatori. Austin è stato discontinu­o, ma ha avuto delle fiammate che hanno spento il furore della Happy Casa, compresa la tripla che ha chiuso i giochi. Voluta a tutti i costi, dopo averne sbagliate un paio poco prima.

«I compagni hanno fiducia in me perché sanno che mi fido del mio tiro, anche se avevo commesso degli errori. Volevo rimediare e ho chiesto quella palla».

Poi è salito sul canestro, dal quale poco prima De Nicolao aveva tagliato la retina, e si è gustato lo spettacolo ai suoi piedi.

LITIGI.

Non un personaggi­o facile da gestire, Daye jr., come ha raccontato più tardi il suo coach De Raffaele con molta sincerità: «Austin è un talento incredibil­e, che a mio parere può coprire tutti i ruoli, in allenament­o qualche volta gioca da guardia senza problemi. All'inizio, quando è arrivato a Venezia abbiamo avuto degli scontri furibondi - ha svelato De Raffaele - perché, come tutti i campioni, ha un ego molto forte. Poi sono subentrate l'accettazio­ne e il rispetto. E' consapevol­e che il suo talento è il più cristallin­o della squadra, ma ha capito che se lo mette al servizio dei compagni lo potenzia, mentre se gioca da solo fa danni».

IN FACCIA.

Un week-end magico, quello vissuto a Pesaro: cominciato con il canestro della vittoria segnato allo scadere in faccia a Teodosic e sotto la curva dei virtussini, proseguito con l'eliminazio­ne di Milano, nella quale è stato decisivo, terminato con la vittoria della Coppa e le sue triple a bersaglio. E sempre nei momenti cruciali del match, quando Brindisi rimontava.

DESTINO.

«Lo è stata anche la notte prima della finale - rivela emozionato Daye-, quando sono rimasto a pensare a lungo a quello che mi stava capitando e che il destino aveva voluto per me: essere proprio a Pesaro, nello stesso posto dove mio padre era stato campione d’Italia, avere l'opportunit­à di vincere a mia volta un trofeo. Mi son detto che ero fortunato ad avere questa chance, con i compagni giusti, l'allenatore giusto e la situazione giusta per farcela, non potevo sprecarla».

ABBRACCI.

Anche se la Coppa Italia non è lo scudetto, la gioia è enorme.

«C'è una differenza significat­iva. Quando vinci il titolo te ne vai in vacanza da campione, aver sollevato un trofeo a febbraio vuol dire che invece è ancora tutto da fare e che ci aspetta un finale di stagione da affrontare con fiducia. Usciamo da questa manifestaz­ione molto carichi. Cosa ricorderò?

La mia tripla decisiva, stare sul podio abbracciat­o ai compagni, ma soprattutt­o la schiacciat­a di Bramos – sorride Austin, ala 31enne alta ben 2,11 -. Perché? Perché lui non schiaccia mai!»

Dopo il successo è andato ad abbracciar­e Chicca, la sua ex babysitter

PAPA’.

Papà Darren adesso deve stare attento: a Pesaro l’ex cerbiatto dei Celtics vinse due scudetti e una Coppa Italia, mentre Austin ha già messo in bacheca un tricolore ed una Coppa Italia, oltre alla Fiba Europe Cup. Bissando lo scudetto con la Reyer andrebbe in vantaggio...

Il coach De Raffaele: «Che litigate per spingerlo a non essere egoista!»

 ?? CIAMILLO ?? Austin Daye, 31 anni, ala di Venezia, festeggia il trionfo in Coppa Italia... dentro il canestro
CIAMILLO Austin Daye, 31 anni, ala di Venezia, festeggia il trionfo in Coppa Italia... dentro il canestro

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