Iannone, tempi più lunghi. Il Gp si allontana
Mentre la MotoGP si prepara per l'ultima uscita prestagionale, in Qatar, c'è un pilota che vede Losail come un miraggio. E non soltanto per i test da sabato a lunedì, ma anche per il primo GP, l'8 marzo. Andrea Iannone è in attesa di conoscere la sentenza della Disciplinare sulla positività al drostanolone riscontrata dopo il controllo del 3 novembre in Malesia. L'udienza del 4 febbraio avrebbe dovuto produrre un verdetto quasi immediato, e invece i tempi si stanno allungando in modo inatteso. L'11 febbraio l'accusa ha presentato una prima memoria difensiva, chiedendo e ottenendo un'altra settimana di tempo per completarla (richiesta respinta in udienza ma accolta nei giorni successivi). La memoria dovrebbe arrivare tra oggi e domani, e la difesa avrà tempo fino a martedì 3 marzo per le proprie controdeduzioni, tra le quali è attesa un'ulteriore consulenza scientifica dopo l'esame del capello, che offre uno “storico” di quattro mesi, esame a cui Iannone è risultato negativo. Tuttavia, per Iannone e il suo entourage l'allungarsi dei tempi si inserisce all'interno di una situazione sempre più nebulosa. La presenza di un giudice connazionale della figura che agisce da pm - Jan Stovicek, che tra l'altro è presidente delle Federazioni di auto e moto della Repubblica Ceca, è nel board della FIM e ha aiutato l'inserimento del giovane pilota Filip Salac nel Mondiale, tanti incarichi tutti assieme - non avrebbe tranquillizzato Iannone. Che oltretutto viene giudicato, trattandosi di fatti risalenti al 2019, con un codice di giustizia FIM già obsoleto, tanto che nel codice appena entrato in vigore l'articolo 8.1.1 prevede per i casi di doping due giudici “giuristi” e un terzo proveniente dalla commissione scientifica. Una catena di coincidenze degna della Legge di Murphy…