Riyadh, nuova frontiera con la corsa più ricca
Domani la Saudi Cup da 20 milioni di dollari. Già oggi scommesse e Tv in Italia per la sfida tra i fantini
C’ era una volta l’Arlington Million... La chiamarono così ad Arlington Park, l’ippodromo nei dintorni di Chicago, in quanto prima corsa nella storia ippica a mettere in palio un montepremi di un milione di dollari. Da allora, dal 1981, sono passati ormai quasi quarant’anni e negli ultimi tempi c’è stata un’altra corsa: quella al rialzo, nel tentativo di aggiudicarsi l’etichetta di prova più ricca del mondo. E così adesso arriva questa Saudi Cup, in Arabia Saudita, a spazzare via ogni record precedente: domani, a Riyadh, i milioni di dollari a traguardo saranno addirittura 20 (ben 8 in più dei 12 della spodestata Dubai World Cup), la metà dei quali destinati al vincitore di questa prima edizione.
IL CAST. Una montagna di soldi, che ha attirato i più forti specialisti del dirt, ovvero della sabbia: il “fondopista” tipico degli States, cosicchè i candidati principali a questa corsa sui 1800 metri saranno ovviamente i migliori tra i purosangue allenati oltre Atlantico, in ordine di betting Maximum Security (quota 11 contro 4, poco meno di 3 a 1 quindi), McKinzie (3/1), Mucho Gusto (6/1), Midnight Bisou (10/1) e Tacitus (16/1). Cercheranno di sorprenderli gli inviati speciali degli Emirati Arabi, e cioé Benbatl, che è la selezione del team Godolphin, e Capezzano, o magari il giapponese Chrysoberyl, ma sarà davvero dura.
I cavalli partenti saranno quattordici, numero massimo come da regolamento: due locali, per una minima quota saudita garantita, e dodici dal resto del mondo. I locali si affideranno a Mjjack, vincitore della corsa che qualificava proprio per la Saudi Cup, e Great Scot, wild card per merito, acquistato in Inghilterra per l’occasione e stavolta con il tifo e l’interesse di chi ha trasferito in Italia suo padre Requinto (per quest’anno stallone in Piemonte nell’allevamento Grifone, “casa storica” di Varenne) e di chi gli ha riservato una fattrice.
UN PO’ D’ITALIA. La nota davvero tricolore, neanche a dirlo, sarà la partecipazione di Lanfranco Dettori, che è stato ingaggiato per montare il dubaiano Gronkowski, outsider da 33/1. Altrimenti, dopo la rinuncia di Way To Paris al ricco handicap (2,5 milioni di dollari) per i fondisti sull’erba, nel convegno da registrare giusto la partecipazione di Speak In Colours, allevato dalla Scuderia Archi Romani, allo sprint pure sull’erba.
Ci sarà modo di scommettere sull’Arabia Saudita anche in Italia e di seguire le corse in Tv su UnireSat: oggi e domani. Sì, perché oltre al Saudi Cup Day è stato inserito in palinsesto l’odierno Kingdom Day, che comprenderà anche quattro corse della supersfida, allestito con la partecipazione di sette fantini (tra loro c’è Dettori) e altrettante jockette di tutto il mondo.
NUOVA FRONTIERA. Due giornate quindi dal respiro internazionale, all’ippodromo creato dal nulla nella zona di Al Janadriya e intitolato al defunto re Abdul Aziz. Con l’ippica che si affianca agli sport che negli ultimi tempi hanno avuto grandissimi eventi allestiti in Arabia Saudita: a dicembre a Diriyah per la boxe c’è stato il Mondiale dei massimi Joshua-Ruiz, e per il tennis il torneo-esibizione al quale ha partecipato anche Fabio Fognini; a Riyadh invece la Supercoppa italiana di calcio tra Lazio e Juventus, e ancora a gennaio per i motori s’è disputata la Dakar, con partenza a Gedda e arrivo a Qiddiya.