Caso Ferrari: la difesa della Fia
La federazione mondiale respinge le accuse dei team anti-Cavallino La FIA: «Accordo legale. Maranello ha ribadito le propria correttezza» Ma allora perché la segretezza?
La federazione mondiale replica alle accuse dei team «Rispettato il regolamento non provate le violazioni»
L’ accordo con la Ferrari è “riservato”, ma legale. Non verrà divulgato perché… è meglio così, ma nella faccenda non c’è nulla di scorretto, visto che la procedura è prevista dalle regole. Suona imbarazzata la replica diffusa ieri dalla FIA alla lettera “incendiaria” dei sette team - tutti gli altri, tranne Alfa Romeo e Haas, motorizzate da Maranello - che chiedeva conto dell’accordo stretto fra la Federazione internazionale e il Cavallino a proposito della regolarità delle power unit nello scorso campionato. «La FIA ha condotto un’analisi tecnica dettagliata sulla power unit della Scuderia Ferrari, come è autorizzata a fare per qualsiasi concorrente del campionato mondiale di Formula 1», recita il comunicato. «La Scuderia Ferrari si è fermamente opposta a tutti i sospetti e ha reiterato che la sua power unit fosse conforme alle regole. La FIA non era pienamente soddisfatta, ma ha concluso che ulteriori azioni non avrebbero necessariamente portato a una conclusione del caso per via della complessità della questione e dell’impossibilità materiale a fornire la prova inequivocabile di una violazione. Per evitare le conseguenze negative che un lungo contenzioso comporterebbe (…) la FIA, in conformità all’articolo 4 (ii) delle regole disciplinari e giudiziarie ha deciso di stipulare un accordo con la Ferrari per chiudere questo procedimento».
Insomma, anche se non mancavano le perplessità, non c’era la cosiddetta “pistola fumante” e la federazione ha pensato di tagliare corto per evitare che si creasse un clima irrespirabile nella prossima stagione. Peraltro: se Maranello non è colpevole perché fare un accordo riservato? Ipocrisia o realismo? Dipende dai punti di vista, come avviene sempre quando si scontrano garantisti e giustizialisti. Quello che è certo, sempre secondo la FIA, è che non è stata infranta nessuna legge. «Questo tipo di accordo è uno strumento legale riconosciuto come componente essenziale di qualsiasi sistema disciplinare ed è utilizzato da molte autorità pubbliche e da altre federazioni sportive nella gestione delle controversie». Così fan tutti, e pazienza per la mancanza di trasparenza.
Una soluzione del genere, però, inevitabilmente non smorzerà i sospetti sulla effettiva regolarità dei motori Ferrari. E difficilmente renderà più distesi i rapporti fra i sette e la Scuderia più nobile del Circus. Ormai una guerra aperta, con un’ulteriore ricaduta negativa: la consapevolezza che la complessità della materia tecnica ha reso difficilissimo distinguere fra ciò che è corretto o scorretto, e che comunque i tecnici dei team, nella fattispecie della Ferrari, sanno muoversi meglio nella “zona grigia” rispetto a quelli della FIA. Invece di tagliare il nodo la soluzione “riservata” della Fia rischia dunque di crearne molti altri nei mesi a venire. E di trasformarsi in un boomerang.