Corriere dello Sport

Arbolino apre la caccia al primato di Martin

Il milanese ha mantenuto mezzo e scuderia 2019 e può diventare il primo “millennial” iridato

- M.m.

Nel 2017 e nel 2018, l’esito della gara in Qatar aveva rivelato l’esito del Mondiale, almeno per le classi inferiori. Lo scorso anno, invece, in Moto3 Lorenzo Dalla Porta era stato beffato sul traguardo da un Kaito Toba mai più entrato tra i primi cinque di una gara, mentre Alex Marquez si era fermato al settimo posto in Moto2, nella corsa vinta da Lorenzo Baldassarr­i, dominatore dell’avvio del campionato, prima di svanire in maniera quasi inspiegabi­le.

Non è chiaro se il 2020 seguirà la regola dello scorso anno oppure se riporterà al trend del passato più lontano, ma alla vigilia della prima tappa di Losail, non ci sono dubbi sui nomi dei piloti più attesi: Jorge Martin per la classe intermedia e Tony Arbolino per quella più piccola. Entrambi, ieri, erano presenti nella conferenza stampa riservata ai piloti più veloci nei test dello scorso weekend, sempre in Qatar.

Lo spagnolo, campione

Moto3 due stagioni orsono, secondo molti ha un futuro garantito in MotoGP: la Ducati lo segue da tempo, e la stessa KTM non ha voluto farlo uscire dal proprio controllo, anche se la casa austriaca ha abbandonat­o il campionato delle Moto2. «Mi auguro di non avere altri infortuni» ha detto il madrileno classe 1998, il più giovane tra i campioni del mondo in pista nei GP.

MILLENNIAL. Arbolino punta a togliere a Martin questo scettro, diventando il primo “millennial” iridato nei GP (è nato il 3 agosto 2000). Le condizioni ci sono tutte: il diciannove­nne ha ormai lasciato la “sua” Garbagnate Milanese per Lugano, in Svizzera, dove si è concentrat­o sul lavoro con Ivan Lopez, personal trainer già di Jorge Lorenzo, che di Tony è diventato mentore. «Anche se ora che non corre il Mondiale, Jorge è sempre in vacanza, ormai non lo vedo più» ha scherzato ieri Arbolino, il cui ulteriore vantaggio risiede nell’equipaggia­mento. Moto e team, Honda e Snipers, sono gli stessi del 2019, anno in cui ha conquistat­o i primi due GP iridati - e che GP: quello d’Italia al Mugello e quello d’Olanda all’università delle due ruote di Assen! - lottando a lungo per il vertice della Moto3.

«Aver mantenuto moto e team è un bel vantaggio, con questa base è possibile lottare per il podio in ogni gara. Io sono cresciuto sotto parecchi aspetti, in particolar­e la gestione degli pneumatici. Sono tranquillo perché sono preparato: non avverto la pressione». Pressione che sarà inevitabil­e: Arbolino è il pilota che ha ottenuto più punti tra quelli rimasti in Moto3. La stessa condizione con cui, un anno fa, Dalla Porta aveva iniziato il Mondiale. Tony spera di essere sullo stesso piano del toscano anche a fine stagione, ereditando­ne lo scettro di campione del mondo Moto3.

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GETTY Tony Arbolino, 19 anni, corre con una Honda per il team Snipers

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