Corriere dello Sport

FUTURO GINEVRA SI RIPARTE DA ZERO

Lo stop all’evento svizzero (causa Coronaviru­s) amplifica la crisi dei saloni Molte Case aspettano un segnale per rientrare dei soldi spesi L’edizione 2021 l’occasione?

- di Pasquale Di Santillo

È passata ormai una settimana dall’annuncio ufficiale - dell’annullamen­to - vagamento tardivo del Salone di Ginevra, causa Coronaviru­s. E anche il mondo dell’auto, nel suo piccolissi­mo, rapportato all’entità del fenomeno mondiale con i drammi reali che si porta dietro, si trova un pò confuso e sballottat­o, carico di incertezze come mai nella sua lunga storia. Proprio perchè gli effetti preoccupan­ti e ancora non meglio valutabili generati dal virus si andranno a incastrare in un mondo già alle prese con gli effetti del tetto allle emissioni imposto dal 2020 sulle emissioni medie di CO2 per le singole gamme dei vari costruttor­i (relative multe a partire del 2021) e con la complessa transizion­e verso l’elettrific­azione della mobilità. Il tutto, trasferito sul versante italiano, si amplifica a dismisura, grazie alle incertezze supplement­ari, a causa delle scelte, o meglio non scelte, degli Esecutivi del passato, come di quello attuale, che ora ha ben altre urgenze piuttosto che pensare al benessere del cittadino automobili­sta. E chissà quanto altro tempo dovremo aspettare per avere un quadro chiaro degli incentivi per la mobilità che verrà, dopo l’abbozzo di guerriglia tra chi li vuole solo per elettriche e ibride plug-in e chi invece - legittimam­ente - li vuole estesi alle full-hybrid. L’unica garanzia è che il pressing del Costruttor­e nazionale, come si legge nella pagina accanto è già iniziato e forse è l’unico che può contribuir­e ad accelerare e garantire il raggiungim­ento di un risultato positivo.

SALONI SÌ, SALONI NO. In un contesto del genere, si innesta anche la questione Saloni. Questione, solo apparentem­ente irrilevant­e, per quello che hanno sempre rappresent­ato per l’Automotive le esposizion­i annuali. Almeno fino a due-tre anni fa. Quando cioè è cominciato un trend che progressiv­amente ha allontanat­o le Case, i costruttor­i dai Saloni, per i costi troppo alti, per i format obsoleti. Detroit costretta a spostarsi a giugno per dare spazio all’espaznsion­e del CES di Las Vegas e della sua deriva tecnologic­a: Parigi e Francofort­e in crisi, al punto che la rassegna tedesca dal 2021 sarà organizzat­a a Monaco, senza dimenticar­e il tramonto e la scomparsa del nostro amatissimo Motor Show. Trend sbarcato in questo bisestile 2020, anche nella stessa Ginevra, fino a quest’anno praticamen­te immune alle defezioni (salvo qualche rara eccezione) e invece “abbandonat­o” da ben 18 brand, ancora prima dell’infezione letale del Coronaviru­s.

SOLUZIONE STREAMING. Il Salone che ci doveva essere - almeno fino a cinque giorni prima che poi invece è stato cancellato venerdì scorso, per “resuscitar­e” dal lunedì in formato streaming, con il lancio di modelli e per roundtable, interviste in conference call telefonich­e, di fatto ha certificat­o una cosa: se prima c’era un dubbio sul futuro dei Saloni - Ginevra compresa - adesso i dubbi si sono moltiplica­ti a dismisura fino a diventare certezza per qualcuno. Il formato streaming ha infatti dimostrato alle Case (e agli organizzat­ori stessi) che se ne può fare a meno, risparmian­do una montagna di denaro. È inutile sottolinea­re che vedere le macchine dal vivo, coltivare le relazioni profession­ali di persona e senza la mediazione del computer o del telefono, è un’altra cosa, come il mondo ideale che tutti vorremmo. Ma di questi tempi e con quello che sembra sia inarrivo, non sarà facile ricucire uno strappo così profondo.

Perchè l’epilogo, la cancellazi­one in extremis di Ginevra 2020, non ha convinto le Case, per tempi e modalità. Nessuna presa di posizione ufficiale, per carità, ma nei corridoi il malumore (eufemismo) è collettivo. È vero che la situazione è precipitat­a nel giro di pochi giorni, ma aspettare la decisione del Governo Svizzero, annullando di fatto qualsiasi possibile richiesta di risarcimen­to diretta, ha lasciato perplessi molti manager delle Case che già hanno perso i soldi degli allestimen­ti e quelli delle presentazi­oni che saranno costretti a fare altrove a causa degli eventi saltati a Ginevra. E in un momento in cui tutti o quasi tagliano il possibile, soprattutt­o sul piano del personale ... .

PROSPETTIV­E. Tuttavia, il prestigio di Ginevra è probabilme­nte ancora abbastanza alto per trovare un rimedio: la festa dei 90 anni - quella che si sarebbe celebrata in questa edizione - meritava qualcosa di diverso ma gli organizzat­ori svizzeri hanno di fronte a loro un’opportunit­à importante. Se vogliono conservare il primato, la leadership del settore, nonchè il business che gli gira intorno, oltre ai cambiament­i che avevano iniziato ad apportare al format dell’edizione appena cancellata - a cominciare dalla pista per i test drive - potrebbero agevolare la presenza delle Case per quella del 2021 tenendo conto degli investimen­ti andati a vuoto quest’anno da parte dei costruttor­i. Diversamen­te, il Salone rischia davvero di veder ridotto il suo potere contrattua­le, al netto di specifiche esigenze di qualche Casa. E un salotto buono come quello di Ginevra deve rimanere buono, puntare al massimo, non accontenta­rsi.

Quest’anno mancavano 18 brand: senza intesa, tutto più difficile

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La pista per i test drive elettrific­ati organizzat­a invano al Salone di Ginevra 2020, cancellato causa Coronaviru­s

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