Corriere dello Sport

Playoff, tutta un’altra storia

Una divertente simulazion­e da quarantena, ma su basi tecniche

- Di Massimo Perrone

La Roma? 9 scudetti. La Lazio? Soltanto uno. Non è un sogno o un incubo, a seconda da che parte del Tevere stiate, ma il risultato di un gioco: la serie A con i playoff. Sarebbe più democratic­a: la Juve avrebbe potuto vincere 7 campionati in meno e il suo recentissi­mo record di 8 titoli consecutiv­i si sarebbe interrotto a quota 5. I tifosi di Cagliari e Sampdoria piangerebb­ero: via l’unico scudetto. Il Parma, invece, entrerebbe nell’albo d’oro. Il Napoli avrebbe raddoppiat­o i suoi trionfi, da 2 a 4; il Verona pure, da 1 a 2; il Bologna scenderebb­e da 7 a 5, mentre la Fiorentina salirebbe da 2 a 3; il Torino avrebbe sfiorato la stella, con 9 scudetti, mentre il Genoa sarebbe stato il primo a cucirsela (nel 1930); e il duello Inter-Milan, attualment­e sul 18 pari, sarebbe invece nettamente a favore dei rossoneri, 20 a 14.

Non stiamo dando i numeri, o forse sì: sono usciti fuori dalla crisi di astinenza da campionato, e dall’idea che la stagione 2019/20 non si riesca a concludere regolarmen­te. La Lega spinge per giocare tutte le 124 partite mancanti, ma se il virus lo impedisse? L’ipotesi playoff è stata tirata fuori più volte. Vista la classifica non dovrebbero giocarli più di 3 squadre, le sole realmente in corsa per lo scudetto. Ma proviamo a pensarne 8, per partire dai quarti di finale: come nel basket. Stesso tabellone: prima contro ottava, e così via. Incontri di andata e ritorno. Un vantaggio a chi è più avanti bisogna darlo: in caso di parità, “vince” la squadra meglio classifica­ta. E i risultati? Qui sta il gioco: abbiamo usato quelli del campionato in questione.

La Roma triplicher­ebbe i suoi scudetti, passando da 3 a 9. Nel 1930/31, seconda a -4 dalla Juve, avrebbe travolto i bianconeri in finale (dopo il ko per 3-2 in trasferta) col famoso 5-0 di Testaccio. Nel 1939/40, partendo addirittur­a dal 7° posto, avrebbe superato Bologna (2-0 e 0-1), Juve (1-1 e 3-1) e Genoa (2-0 e 0-0). Nel 1985/86, l’anno della rimonta buttata col Lecce già retrocesso, ancora la Juve in finale: 3-1 bianconero al Comunale ma 3-0 per per la Roma all’Olimpico, guizzo decisivo di Cerezo all’83’ (ultima delle 13 reti in A in gialloross­o), un gran sinistro al volo, perché altrimenti a parità di gol avrebbe trionfato il Trap. Idem nel 2001/02: col 2-0 in casa Juve, Batistuta-Assunçao, e lo 0-0 in casa, dopo aver distrutto la Lazio in semifinale, 2-0 e 5-1. Nel 2006/07 finale con l’Inter: 0-1 all’Olimpico, 1-1 a San Siro fino all’88’, poi il miracolo col capocannon­iere Totti (punizione deviata da Figo) e Cassetti (destro dal limite al 95’) per un 3-1 che fu l’unico ko nerazzurro in quel campionato. Infine, nel 2016/17, ancora contro la Juve: ko 1-0 fuori, sotto 0-1 anche in casa, poi i 3 gol di De Rossi, El Shaarawy e Nainggolan per il nono scudetto virtuale. Sull’altra sponda del Tevere, brutte notizie dai playoff per la Lazio. Lo scudetto del 1973/74 l’avrebbe perso in semifinale (1-1 e 1-3) con l’Inter, poi battuta dalla Juve. E altri 4 li avrebbe sfiorati: arrendendo­si in finale solo per il peggior piazzament­o rispetto a Inter (1950/51), Napoli (1974/75) e Torino (1976/77), sempre dopo due pareggi, e al Milan nel 1995/96 per un gol di Weah all’87’ all’Olimpico.

Altre curiosità? Quante ne volete. Il 7-1 decisivo del Milan nel 1949/50 sul campo della Juve, il peggior ko bianconero in A (titolo della Stampa: “Per la sconfitta della Juve un manovale è impazzito / Dopo una notte d’incubo, il ricovero al manicomio”). Lo scudetto sfiorato nel 1957/58 dal Padova di Rocco, battuto in finale 4-0 a Napoli e capace di arrampicar­si fino al 3-0 nel ritorno. La

Il Napoli avrebbe già vinto nel ‘58, ‘66 e ‘75 e perso però il primo titolo di Maradona

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy