SALVARE IL MONDIALE LA FERRARI SI FERMA
Tra metà luglio e Monza un tour de force di sei gare Nel 2021 con queste vetture? Il Cavallino non vuole
Quando si potrà correre quest’anno? Quanto si potrà? Quanto si spenderà? E quante difficoltà deriveranno per tutti, tra mancati introiti dei GP saltati e uscite non preventivate (la trasferta in Australia è già stata un bagno)? Domande troppo grandi per non spingere la Formula 1 a riorganizzarsi radicalmente: come calendario e anche come avvicinamento ai nuovi, costosissimi regolamenti del 2021. Andiamo con ordine, per capire assieme cosa sta succedendo.
STOP SUBITO. E’ l’unico aspetto al momento ufficiale, e di cui tutte le componenti della Formula 1 hanno discusso ieri in una serie di conference call, raggiungendo una prima decisione unanime. La pausa estiva (blocco delle attività) aumenta da due a tre settimane consecutive, tra ora e la fine di aprile.
Ogni squadra si muoverà secondo convenienza, sulla base delle norme nazionali per contenere il virus: Ferrari si ferma già oggi (fino all’8 aprile) perché procedeva a rilento, tra lavoro da casa e nessuna possibilità di usare gallerie, simulatori e banchi prova. Potrebbe seguirla Renault, ferma a Viry Chatillon. Chi opera in Inghilterra ha meno fretta, perché lì le restrizioni restano lasche e potrebbero irrigidirsi più in avanti: Red Bull ha comunicato di avere intenzione di chiudere il 27 marzo, «ma la data potrebbe cambiare in base allo sviluppo della pandemia». Parole e scenari inimmaginabili fino a poco tempo fa.
TOUR DE FORCE. Il calendario è in cammino, ma sta cominciando a prendere forma secondo quanto abbiamo illustrato sabato scorso: Mondiale su 18 gare (19 se verrà recuperata la Cina, eventualmente con un weekend di due giorni incastrato tra Brasile e Bahrain-Abu Dhabi in serie). Partenza prevista il 7 giugno (probabile Azerbaijan, ma non è più sicurissimo) e conclusione il 13 dicembre ad Abu Dhabi, preceduta di una settimana dal Bahrain. Olanda e Vietnam verranno spostate in agosto con un filotto tremendo di sei gare (Gran Bretagna, Ungheria, Olanda, Vietnam, Belgio e Italia) tra il 19 luglio (Silverstone) e il 6 settembre (Monza).
Si prevede anche un rinvio formale di Spagna e Montecarlo, che però sono destinate a sparire come il già defunto GP d’Australia. Un rimescolamento folle che passa attraverso costi, disponibilità alberghiere, difficoltà logistiche e il procedere del virus nel mondo, a macchia di leopardo per rapidità di sviluppo e intensità. E’ in atto insomma un monumentale sforzo per salvare il Mondiale.
NUOVE REGOLE AL 2022? C’è anche questa ipotesi, che verrà discussa oggi. Il piano sul tavolo è questo: far slittare le nuove regole 2021 (aerodinamica semplificata, effetto suolo e gomme da 18 pollici) al 2022 per diluire sforzi e costi. Congelare per quest’anno tutti gli sviluppi meccanici, lasciando libera la sola aerodinamica. Correre dunque nel 2021 con le macchine attuali, ma già con il tetto di spesa (175 milioni di dollari all’anno, e anche il valore del dollaro Usa andrà osservato con attenzione).
Se ne discute, ed è interessante capire come sia nata la proposta. La richiesta è stata avanzata dalle squadre inglesi (nel senso: con sede in Inghilterra, ci sono Mercedes e Haas), che dallo status quo trarrebbero vantaggi di competitività (è il caso di Mercedes e Red Bull), di risparmio perché hanno il terrore di fare il botto tra le spese certe e gli introiti incerti per la cancellazione di alcuni GP (su tutte la Williams), o entrambi (è il caso di Racing Point).
C’è però un particolare non trascurabile: la Ferrari, che peraltro deve ancora esprimersi, non sembra d’accordo e ciò è comprensibile, visto che Maranello è impegnata in un conto alla rovescia e non vede l’ora di liberarsi dei regolamenti tecnici vigenti, che la vedono inseguire.
Pirelli ha fatto trasparire una sua posizione: rispetterebbe comunque il desiderio della Formula 1 nel suo insieme, come d’altronde ha sempre fatto, ma sta procedendo a tutto gas con il lavoro di sviluppo delle gomme ribassate da 18 pollici, che procede «con ottimi risultati tecnici dai test». E non vorrebbe rinunciarci, avendo importanti strategie commerciali legate al nuovo prodotto F.1.
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