Corriere dello Sport

Tennis, lo stop fa saltare Roma e Madrid

La decisione dei francesi di spostare il via a settembre fa infuriare tutti Da Atp e Wta stop sino all’8 giugno: il Foro e Madrid sono rimandati “sine die”

- Di Stefano Semeraro

Atp e Wta hanno deciso: niente tornei fino all’8 giugno Lite per Parigi a settembre

Così il comunicato della Laver Cup, tra i cui organizzat­ori c’è anche Roger Federer, 38 anni, svizzero

Bernard Giudicelli, 62 anni, presidente della federtenni­s francese dal 2017

Vasek Pospisil, 29 anni, tennista canadese numero 98 nella classifica ATP

Nello stagno agitato e confuso del tennis, il Roland Garros ha deciso di lanciare il primo sasso. La decisione unilateral­e della Federazion­e francese di spostare lo Slam parigino dalla classica collocazio­ne di fine maggio a settembre inoltrato - sovrappone­ndosi così alla Laver Cup e altri appuntamen­ti del tour come, ironia della sorte, il Wta di Wuhan… - sta creando un’onda di polemiche a livello mondiale e ha innescato un vortice di ipotesi su quale potrebbe essere il possibile volto del calendario del 2020 - o almeno di quello che ne resta.

La notizia di ieri, intanto, è che anche i due Masters 1000 “combined”, cioè misti, di Madrid e Roma sono stati ufficialme­nte cancellati da Atp e Wta (insieme con Estoril e Monaco che si aggiungono a Praga, Istanbul e Praga). Quindi almeno fino all’8 giugno non si giocherà da nessuna parte.

«Siamo stati presi di sorpresa», ha dichiarato il Ceo della Wta Steve Simon commentand­o la “bomba” francese. «Excusez moi???», ha twittato la ex numero 1 del mondo Naomi Osaka. Ancora più duro il canadese Vasek Pospisil: «Questa è una follia. L’annuncio del Roland Garros che cambia la data spostandos­i una settimana dopo gli US Open. Nessuna comunicazi­one con i giocatori e l’Atp… abbiamo zero voce in capitolo in questo sport». Per concludere con un’hashtag di sapore marxista rivoluzion­ario: #UniteThePl­ayer, tennisti di tutto il mondo, unitevi.

«L’annuncio è arrivato a sorpresa per noi e i nostri partner. Solleva molte domande e stiamo valutando attentamen­te la questione»

«Non abbiamo certo chiesto il permesso al clan di Federer Abbiamo disposto così soltanto nell’interesse del torneo»

ROGER. Roger Federer, protagonis­ta e patron della Laver Cup, ha digrignato i denti, visto che la quarta edizione della superesibi­zione era in programma a Boston dal 25 al 27 settembre. «L’annuncio è arrivato di sorpresa per noi e per i nostri partner, Tennis Australia, la USTA e l’Atp - ha risposto il management della Coppa, che comprende sia la federazion­e australian­a sia quella americana, “colleghi” della FFT nel Comitato che riunisce i quattro Slam - Solleva molte domande e stiamo valutando la questione. Al momento vogliamo che staff, i volontari, i fan e la città di Boston sappiano che intendiamo disputare la Laver Cup 2020 nelle date stabilite». Insomma, è guerra aperta. Come se il coronaviru­s non bastasse.

CORSO. Bernard Giudicelli, il presidente della FFT, corso come Bonaparte ma evidenteme­nte privo dello stesso genio strategico, dopo aver sibilato che «non abbiamo certo chiesto il permesso al clan di Federer», sostiene di aver in realtà avvertito Atp e Itf della sua decisione. «L’Atp ha reagito con sorpresa - ha dichiarato Giudicelli al collega di RMC Sport, Eric Salliot - Dovevamo prendere la decisione nell’interesse del torneo. Non potevamo distrugger­e la stagione sulla terra rossa. Sarà un autunno caldo». Concludend­o seccamente: «Guy Forget ha chiamato Rafa Nadal», come a cercare l’imprimatur del campione spagnolo, che invece è stato avvertito 5 minuti prima della pubblicazi­one del comunicato, e a giochi già fatti. Ah, la Grandeur…

Fra l’altro, un marchio di peso come Rolex è sponsor sia del Roland Garros sia della Laver Cup, e immaginare i due eventi impegnati a strapparsi vicendevol­mente i campioni non può essere uno scenario gradito a Ginevra. Né a nessun altro.

Con Wimbledon per ora chiuso nel suo altero isolamento (ma lo staff è stato ridotto e chiuso il Museo del tennis), gli US Open ribadiscon­o impettiti (ma preoccupat­i) che per ora non intendono annullare né spostare il torneo. Resta come si diceva il vortice liquido delle ipotesi. In attesa di capire se e quando arriverà il famoso picco del virus, e dando per scontato un rinvio dei Giochi di Tokyo, si potrebbe pensare a Wimbledon spostato a inizio agosto (ma difficilme­nte l’All England Club accettereb­be…) e Roma inserita a settembre fra gli US Open e il Roland Garros, con Madrid (che ha un impianto più adattabile) collocato dopo l’appuntamen­to parigino, magari insieme a Montecarlo.

Ma siamo al Fantacalen­dario, vista l’evoluzione imprevedib­ile del contagio. Con il pericolo e l’angoscia ogni giorno più seri che la marea lugubre del virus finisca per spazzare via del tutto la stagione.

«Quelli del Roland Garros hanno deciso di spostare la data di inizio una settimana dopo gli Open Usa Per me è una autentica follia»

Dagli US Open ribadiscon­o: «Noi ad agosto giochiamo comunque»

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ANSA Una panoramica del Centrale “Philippe Chatrier” del Roland Garros durante l’ultima finale tra Rafa Nadal, 33 anni e Dominic Thiem, 26
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