Buffon: «Avanti per rispetto di Gigi... bimbo»
Buffon all’infinito. Lo sport è fermo, l’Italia e il mondo praticamente anche, ma Gigi guarda già oltre, a quando l’emergenza sarà terminata e si potrà tornare alla normalità. Il numero uno dei numeri uno si vede ancora in campo, finché il fisico lo consentirà. «Non smetto perché prima di tutto mi sento ancora bene ma anche per rispetto dei sogni del Gigi bimbo, che mai avrebbe immaginato di arrivare fin qui» racconta durante il programma “A casa con la Juve” su Jtv, dove è intervenuto insieme al cantante Bugo. «Non ho mai avuto dubbi sullo sport che avrei fatto, il mio amore per il calcio soffocava tutte le altre discipline. Quando avevo sei-sette anni, se qualcuno mi avesse detto che sarei diventato il portiere di una squadra anche solo di Serie C avrei pianto. Devo avere rispetto di quel bimbo perché a quell'età si fanno i pensieri più puliti». Avanti, dunque, specie dopo il ritorno a casa in bianconero che definisce «naturale». «Ho fatto un anno bellissimo a Parigi e probabilmente mi ci voleva anche per disintossicarmi, ma ho sempre tenuto i contatti con il mondo bianconero». Avanti, dunque, per vivere l’adrenalina di sempre. «E’ quell'energia che ti fa fare cose senza pensare. Mi viene in mente in Juve-Inter quando fa gol Dybala: per essere insieme ai compagni, li abbracci esponendoti anche dei rischi senza pensarci. Alla fine non c'è niente di più bello che vivere determinate emozioni anche se a volte puoi pagare dazio».
REGOLE. L’aneddoto riporta bruscamente all’attualità. Per Buffon, come per tutta la Juve, è il momento della quarantena. Il portierone racconta questi giorni così inusuali e raccomanda di attenersi alle regole: «Bisogna avere rispetto per gli altri e seguire le indicazioni che ci vengono date, tutto questo ci unirà ancora di più. Siamo abituati a non pensare e a bruciare tempo, possiamo uscirne tutti cresciuti. Dalle situazioni più complicate si trovano anche chiavi di lettura belle: questa cosa ci permette di tirare fuori qualcosa a cui non eravamo abituati». Più forti, dopo le difficoltà. «Nei momenti di difficoltà, io prospero perché il mio grado di incoscienza mi aiuta - sottolinea Buffon - Non sto male, dopo i primi due-tre giorni in cui ho dovuto prendere le misure con moglie e figli, ho trovato i miei spazi e ci sto bene». Facendo che cosa? «Mi diletto ai fornelli e me la cavo: quando c’è l’esigenza so spadellare. La mia ricetta? Penne al sugo e tonno, la perfeziono da venticinque anni».
INTERISTA. La sorpresa riguarda il racconto del Gigi tifoso. «Il mio excursus è singolare - ammette - Da bimbo andavo a Udine dai miei zii, che erano juventini. Ero super juventino, Trapattoni è diventato il mio idolo e, quando è andato all’Inter, confesso che ho avuto un tentennamento, simpatizzavo un po’ anche per loro. A 12 anni però sono diventato tifoso del Genoa». Ora è juventino al 100%. «Che cosa vorrei dei miei compagni? Le manone di Szczesny mi rassicurano tanto, vorrei tante cose di Chiellini e il destro di Bonucci - sorride - Ma ho fatto una vita da Superman e non mi sono trovato male, non mi metterei nei panni di un altro».
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«Restiamo in casa rispetto per tutti io sono diventato pure uno chef... »