Se la linea da seguire fosse la Cina la A ripartirebbe sotto l’ombrellone
Il campionato cinese ancora fermo, 6 turni cancellati: idea ripresa a metà maggio, dopo 4 mesi di stop E in Italia...
MILANO
Se per capire quando riprenderà la Serie A il parametro da seguire è la Super League cinese, che ha fatto i conti con il Coronavirus prima del nostro campionato, non siamo messi bene. In Cina il pallone non rotola ancora: non tutte le squadre hanno ripreso gli allenamenti e non c'è una data sicura per il primo match ufficiale. Ecco perché (purtroppo) pare irrealistico pensare al 2-3 maggio come il week end della "rinascita" della A.
FELLAINI POSITIVO E STOP. Partiamo dagli effetti della positività di Ma- rouane Fellaini: la notizia ha provocato, oltre alla quarantena del belga dello Shandong Luneng, l’immediato annullamento di una riunione che era prevista tra i vertici della Federcalcio cinese. Si sarebbe dovuto parlare del via del torneo, che era stato ipotizzato a metà aprile dopo la cancellazione delle prime 6 giornate (senza il virus doveva iniziare i primi di marzo), ma non della settima, che tutt'ora prevede incontri il 17 e il 18 aprile. Era necessario stabilire se slittare il calendario della prima giornata oppure se partire direttamente dalla settima, ma erano attese anche comunicazioni delle autorità sulla possibile presenza sugli spalti del pubblico. Tutto vano. E pensare che in Cina il numero dei nuovi contagiati da una settimana si è quasi azzerato e che all’ombra della Grande Muraglia tutto è iniziato molto prima.
Ieri a Pechino e dintorni le ipotesi più accreditate parlavano di un rinvio del campionato a metà maggio-inizio giugno. Se così sarà, la Super League inizierà la sua stagione oltre 4 mesi dopo il primo morto a Wuhan, un triste evento datato 11 gennaio, dopo che il Covid-19 circolava già da dicembre. Considerato che il primo decesso in Italia c’è stato il 21 febbraio, difficile pensare positivo. La speranza del calcio italiano è quella di fare prima, ma le misure di contenimento e di quarantena sono state applicate in maniera più rapida e soprattutto più ferrea da Xi Jinping rispetto al nostro Governo. Ecco perché è giusto di parlare di speranza per il 2-3 maggio, mentre la logica dice tutt’altro.
RIPRESA ALLENAMENTI. Le formazioni cinesi hanno avuto anche un altro vantaggio rispetto a quelle italiane: quando è esploso il Coronavirus erano in vacanza oppure in ritiro tra Spagna, Turchia e Dubai: lì sono state costrette a rimanere più del previsto, spesso confinate nei rispettivi hotel perché la notizia che in Cina era esploso il terribile Covid-19 era stata resa nota. Qual è la situazione adesso tra le squadre della Super League? Tianjin Taida e Beijing Guoan sono in ritiro a Kunming; Chongqing Siwei, Qingdao Huanghai, Jiangsu Suning, Shandong Luneng e Shanghai Shanggang hanno ripreso ad allenarsi in questi giorni, ma con cautela (lavoro fisico e in palestra; niente pallone o contatti); Shijiazhuang Yongchang,
Guangzhou Evergrande, Guangzhou Fuli, Henan Jianye, Wuhan Zhuoer, Dalian e Shanghai Shenhua sono in quarantena perché sono appena tornate dall'estero e stanno osservando un periodo di almeno due settimane nei rispettivi centri sportivi; l’Hebei Huaxia è ancora in ferie; lo Shenzhen di Donadoni, reduce dalla retrocessione subita a novembre, riprenderà lunedì. A complicare ancora di più la ripartenza c’è pure il fatto che non tutti gli allenatori e i calciatori stranieri sono ancora potuti rientrare in Cina.
ZERO RISCHI. La linea, come succede per tutte le cose in Cina, è stata dettata da Xi Jinping e dal suo Governo: la guerra al virus non è ancora vinta e non si possono correre rischi (il calcio è considerato tale per la salute pubblica in questo momento). Anche perché il pericolo di contagi… di ritorno, ovvero legati alle persone che sono tornate dall’estero nel Paese, è concreto. Fellaini insegna... Per questo alcune Regioni stanno usando una particolare App che visualizza tramite i dati del cellulare (le celle telefoniche agganciate) i posti dove uno è stato. In Cina e all’estero. Questo permette alle autorità di decretare la quarantena. Per i calciatori è più facile saperlo, ma il principio è applicato anche a loro.
Non tutte le squadre al lavoro, zero rischi è l’imperativo del Governo di Xi Jinping