800 MILIONI LA VORAGINE DEL CALCIO
Venerdì le leghe chiederanno aiuto al governo Senza aiuti sostanziali i club rischiano grosso Finire la stagione è imperativo e l’Uefa lo ha capito. All’Esecutivo saranno chieste agevolazioni fiscali e la cancellazione dello stop agli sponsor del betting
La Figc ha chiarito che la stagione va finita, anche andando oltre la scadenza del 30 giugno che in teoria era considerata inderogabile dall’Uefa, ma al tempo stesso ha fatto una prima stima dei danni che il mondo del calcio subirebbe se i campionati non terminassero. Nella peggiore delle ipotesi circa 700-800 milioni considerando che, dopo vari consulti con studi legali, i soldi che mancano da riscuotere dai vari broadcast televisivi per la Serie A sono blindati e dunque garantiti. Altrimenti la cifra avrebbe superato il miliardo. Dopo la videoconferenza di ieri sera però, se possibile, il mondo del pallone ha preso ancora più coscienza che la situazione è critica: il presidente Gravina e i numeri uno della Lega A (Dal Pino), B (Balata), della Lega Pro (Ghirelli) e dei Dilettanti (Sibilia) su questo concordano ed è stato istituito un tavolo di lavoro permanente per una serie di proposte anti-crisi. La prima riunione è prevista per domani pomeriggio e vi parteciperanno anche calciatori, allenatori e arbitri.
STIPENDI, LIQUIDITÀ E... CAMPI. Oggi lo studio di tutte le componenti della Figc sarà limato e domani verrà presentato al Coni. Venerdì
invece è il giorno in cui sarà inviato al governo attraverso il ministro Spadafora. Le ipotesi contemplate sono due… e mezzo: le principali sono che si torni a giocare e si concluda la stagione (anche se in ritardo) oppure che il 201920 non venga terminato. All’interno della prima c’è anche la variante di poter giocare una parte degli incontri con il pubblico (e dunque con incassi dai biglietti), anche se questa sembra una prospettiva al momento assai lontana (ci sono club che temono ritorni negativi anche per il 2020-21, convinti che le abitudini degli italiani cambieranno). Ci sarà una certa differenza di perdite tra i due scenari. Il documento prevede priorità sul tema dell'emergenza da sottoporre in tempi stretti all’esecutivo (4 punti) e altre proposte (ulteriori 2 punti) da presentare in un secondo momento nell'auspicata fase di ripartenza. Di queste ultime fanno parte la riforma della legge Melandri e quella della legge sugli stadi. Di stringente attualità invece sono le altre richieste: il primo problema è quello della liquidità dei club, che senza gli incassi del botteghino si trovano privi di soldi. Come aumentare la liquidità? Attraverso una sospensione degli interessi passivi, un mantenimento da parte delle banche dei fidi, ma soprattutto con la creazione di fondi speciali per gestire le esigenze di cassa. Reintroducendo la possibilità di firmare contratti con aziende di betting ci sarebbe un'ulteriore spinta. E poi c’è tutta una serie di misure fiscali come il pagamento differito dei contributi, una maggiore deducibilità e l’applicazione di norme ad hoc in campo contabile e tributario. Previsto
anche il riallineamento della scadenza dell'art. 85 delle Noif (ovvero gli adempimenti Covisoc per i club) e l'adeguamento degli adempimenti delle iscrizioni ai campionati: saranno spostate più in là nel tempo. Infine, ma certo non ultimo come importanza, il tema del risparmio sugli stipendi dei calciatori, un argomento che viene analizzato con l’Aic, ma che verrà accennato anche al
Oggi lo studio viene presentato al Coni Si teme persino per il campionato ’20/21
Gravina: «Le gare vanno disputate anche andando oltre il 30 giugno»
governo. Perché magari potrebbe essere necessario un aiuto come quello che i governi di Francia e Belgio hanno fatto per altre categorie di lavoratori nel presente e nel passato. Saranno applicabili anche al calcio? Curiosità finale: le società chiederanno al governo di poter tornare a curare i propri campi, sia gli stadi sia i centri tecnici visto che al momento il lavoro dei giardinieri è vietato dal Dpcm e il rischio di ritrovarsi con manti erbosi non all’altezza è alto.
OLTRE IL 30 GIUGNO. Nel comunicato diffuso ieri sera però Gravina ha anche messo nero su bianco la volontà di arrivare al termine della stagione parlando di «prolungamento della fine a dopo il 30 giugno». Solo una settimana fa Nyon aveva detto che non sarebbe stato possibile, ma in sette giorni è cambiato tutto. Colpa del virus che non molla. Ceferin lo ha capito. E Infantino e la Fifa sono pronto a dare il via libera, per sforare fino a luglio, magari addirittura fino al 31, ritardando l’inizio della prossima annata. Le deroghe non saranno un problema. Non assegnare i titoli nazionali in tutta Europa porterebbe al collasso del sistema. Il male peggiore, da evitare a ogni costo.