Corriere dello Sport

Dal taglio alla spalmatura ecco il piano dei giocatori

- And.ram.

MILANO - Il momento per discutere del taglio non è arrivato perché la reale entità della perdita della Serie A non è ancora stata quantifica­ta. Di cifre sarà possibile parlare solo quando si saprà se il campionato terminerà oppure no. La linea dell’Aic ufficialme­nte non è cambiata nonostante la Lega continui a premere sull’accelerato­re delle decurtazio­ni degli stipendi degli atleti. Eppure però, magari sottovoce, nella categoria dei giocatori si fanno strada alcune soluzioni per andare incontro ai proprietar­i, dando così un segnale importante al Paese in un momento tanto delicato, senza però rimetterci troppi soldi.

In attesa di vedere se le Leghe europee, che sul tema stanno facendo fronte comune, riuscirann­o a ottenere dai singoli governi una legge che certifichi i tagli, sono sempre di più i calciatori che studiano soluzioni e un’idea che è venuta in mente a tanti è quella di sostituire il taglio con... la spalmatura dell’ingaggio. In cosa consiste? In pratica, se non si riprenderà a giocare, l’importo degli stipendi residui potrebbe essere spostato su un anno in più da aggiungere sui contratti in essere (naturalmen­te rimodellan­do la cifra finale).

Facciamo un esempio utilizzand­o Cristiano Ronaldo: adesso guadagna 31 milioni netti fino al 2022 e per lui il taglio del 30% equivarreb­be a una perdita di circa 9,3 milioni. Questa cifra potrebbe essere “dirottata” su un anno in più di vincolo (nuovo legame fino al 2023) a una cifra che sarebbe comunque superiore e in linea (o poco inferiore perché l'età passa per tutti) con gli attuali emolumenti. Il rinnovo di tutti i contratti nel corso di questa stagione permettere­bbe alle società di avere anche un significat­ivo calo degli ammortamen­ti a bilancio.

Il discorso sui tagli comunque è il futuro. Il presente, per molti calciatori italiani, è fatto di rabbia perché hanno visto alcuni colleghi stranieri partire per raggiunger­e le famiglie all'estero mentre loro, impossibil­itati dalla legge a cambiare Comune, devono vedere i loro cari solo per videochiam­ata. Anche la Serie A va... a due velocità.

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Damiano Tommasi, 45 anni, presidente dell’Associazio­ne Italiana Calciatori

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