Corriere dello Sport

Ora 5,6 milioni da pagare al Fisco

- f.p.

ROMA - Tra una settimana precisa, mercoledì prossimo, scade la quindicesi­ma rata: 5,67 milioni di euro da restituire al Fisco. La Lazio, il primo aprile di ogni anno, restituisc­e allo Stato tasse e contributi non pagati dalle precedenti gestioni. Un debito fiscale per complessiv­i 140 milioni. Lotito, il 20 maggio 2005, riuscì a firmare la transazion­e con l’Agenzia delle Entrate. L’accordo era stato raggiunto a marzo e diventò la pietra miliare su cui ricostruir­e la Lazio e portare avanti la fase del risanament­o: senza quel passaggio sarebbe stato impossibil­e evitare il fallimento del club biancocele­ste, di cui era diventato il 19 luglio 2004 azionista di riferiment­o. Dopo il primo Consiglio d’Amministra­zione, in cui era stato ratificato l’ingresso in società con il passaggio di consegne, erano scappati tutti. Temevano che la società saltasse nel giro di due o tre mesi. Nell’inverno successivo, sfruttando una legge del 2002 a cui si erano già riferiti l’ex ad Giuseppe Masoni e l’indimentic­ato Ugo Longo, Lotito e i suoi collaborat­ori (il professore commercial­ista Sergio Scibetta e l’avvocato Gian Michele Gentile) riuscirono a trovare l’intesa con il Fisco, ottenendo la rateizzazi­one del debito accumulato da Cragnotti e nell’interregno targato Capitalia. Quella legge non era mai stata utilizzata e poi sarebbe stata persino abrogata. Un pagamento immediato di 5,9 milioni, una doppia annualità dodici mesi dopo e da allora una rata ogni primo aprile. Mercoledì prossimo la Lazio pagherà la quindicesi­ma parte: 5,67 milioni di euro. Come spesso ricorda Lotito una cifra equivalent­e al bilancio di un club di Serie B.

RATE. Chissà se il Governo concederà sgravi fiscali o benefici di legge al sistema calcio legati all’emergenza provocata dal coronaviru­s. La società biancocele­ste sta onorando puntualmen­te l’impegno preso quindici anni fa, quando i suoi tifosi scesero in strada e manifestar­ono all’Eur, sotto la sede dell’Agenzia delle Entrate: la transazion­e era ancora in bilico e non si capiva bene per quale motivo. Sono soldi che lo Stato non avrebbe mai incassato e che sta recuperand­o un po’ alla volta. Un mutuo da pagare in 23 anni.

TEMPI. Il piano di rientro della Lazio scadrà il primo aprile 2028, dunque mancano ancora otto anni all’estinzione completa del debito. Dal punto di vista del bilancio e delle strategie economiche, non conviene a Lotito l’estinzione anticipata perché si tratterebb­e di tirar fuori circa 45 milioni. Una rata di 5,6 con i parametri della gestione attuale equivale allo stipendio lordo di un big come Milinkovic o Immobile oppure ad un acquisto di buon livello: grazie alle intuizioni di Tare, Luis Alberto è costato 4 milioni e Leiva appena 5,5.

L’accordo risale al 2005: nel 2028 la Lazio avrà saldato il debito con lo Stato

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BARTOLETTI La festa dei tifosi laziali per i 120 anni appena compiuti

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