Corriere dello Sport

Paz: All’inizio hanno scherzato con il virus

IL PADRE ERA VENUTO A TROVARLO IN ITALIA E NON È RIUSCITO A RIPARTIRE

- Di Francesca Bandinelli

Ha raccontato i suoi giorni in auto-isolamento, svelato che lì, a Lecce, dove Nehuen Paz si è trasferito a gennaio, in prestito dal Bologna, ci sono almeno 149 che hanno contratto il Covid-19, ma la paura è che i numeri drammatici che stanno caratteriz­zando la pandemia nel Nord Italia possano arrivare anche al Sud. Suo padre, che era venuto a trovarlo dall’Argentina, non è riuscito a ripartire. L’unica nota positiva, ammicca Paz, è proprio questa. «Qui hanno scherzato con il virus - ha ammonito - e dopo si è cominciato ad avere paura. Vivo in un appartamen­to di una zona centrale della città e non vedo nessuno in giro, la gente non esce. Sono aperti supermerca­to, farmacia: solo qui ci sono code per entrare. Non ci alleniamo da due settimane e ora nessuno ci scherza più sopra. Passati i giorni, dopo che si sono cominciati a contare i morti, la gente ha iniziato a rendersi conto, specie da quando il Governo ha imposto di restare tutti a casa».

GIORNI DIVERSI. Dalle colonne di Ole, il difensore centrale argentino racconta la nuova quotidiani­tà con cui ha imparato a convivere. «Parlo con la famiglia, con gli amici, guardo serie tv: le misure poi sono state prese molto rapidament­e. Leggo le notizie, osservo i social e vedo anche che ci sono ancora quelli che continuano a vivere la loro vita normalment­e. Non mi so spiegare di cosa passi nella testa di molti, mi auguro che possano cambiare, che assumano coscienza della gravità di quello che succede».

UNA FOLLIA. Paz non ha dubbi: tornare ad allenarsi adesso sarebbe una «locura», una follia. «Si tratta di qualcosa che per fortuna sembra non essere attuabile. Sicurament­e, nel calcio come in altre attività ci sono interessi economici importanti, ma io

Ferrero intervista­to a Radio Radio allarga lo sguardo su quelli che potrebbero essere i prossimi passi del pianeta calcio che cerca di progettare il suo futuro anche se l’attualità è l’emergenza Coronaviru­s. Tornando al prossimo campionato spiega ancora: «Il Benevento che ha 69 punti che deve dire? Non può restare a guardare. Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita. La prima adesso è la Juve? Per me finisce così, con queste posizioni. Questa è la direzione da prendere se vogliamo fare gli Europei». E poi sull’eventuale taglio degli stipendi ai giocatori spiega: «O c’è una legge, penso alla salute della gente». Si tiene in contatto coi compagni del Bologna: «Lì ci sono più problemi: l’unica soluzione è restare chiusi ciascuno a casa propria» - e per quello che è possibile fare in un appartamen­to «mi alleno da casa due volte al giorno con il programma che mi è stato inviato».

NESSUN SINTOMO. Non ha riscontrat­o alcun sintomo, questo è quello che conta: «Nessuno della squadra li ha ravvisati. Siamo in contatto quotidiano con lo staff medico: ci chiedono ogni giorno di misurare la temperatur­a e di inviargli i dati». Prima c’è da battere il Covid-19, poi, forse, ci sarà tempo anche di continuare la battaglia per salvare il Lecce: «A gennaio, è stato il direttore sportivo a chiamarmi per dirmi di venire a dare il mio contributo nella corsa salvezza. Dopo tre vittorie consecutiv­e, prima dello stop abbiamo impattato in due sconfitte sonore, contro Roma e Atalanta che ci hanno fatto riprecipit­are nella zona caldissima della classifica. Ma io ci credo».

«Mi auguro che tutti prendano coscienza della gravità di ciò che succede»

oppure i calciatori, che sono persone di buon senso, dovranno capire con le società cosa c’è da fare. I miei sono ragazzi di buon senso, se ci sarà da fare qualche sforzo tutti quanti faremo un passo per venirci incontro e fare del bene a tutti».

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ANSA Il difensore argentino Nehuen Paz, 26 anni, è in prestito al Lecce

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