Corriere dello Sport

Sibilia: Ci sono tre priorità sanitaria, sociale e sportiva

«È il momento di restare uniti per vincere insieme questa difficile battaglia. Ce la faremo»

- Di Biagio Angrisani

Per compiere un viaggio nel mondo del calcio dilettanti­stico italiano occorre utilizzare non solo le grandi dorsali autostrada­li del nostro Paese, ma percorrere le statali, le provincial­i, le vie comunali e, in qualche occasione, anche le strade interpoder­ali per raggiunger­e dei piccoli campi sportivi. È l’Italia dei campanili con le sue aree metropolit­ane e i bastioni comunali, un Paese moderno e medievale. Il mondo della Lega Nazionale Dilettanti è una rete distribuit­a su tutto il territorio nazionale con le sue oltre dodicimila società. In Italia ci sono 1.057.000 calciatori dei quali 1.045.565 sono tesserati da società della Lega Nazionale Dilettanti, ossia il 98 percento di quelli che scendono in campo. Tutto fermo nel tempo dell’epidemia di coronaviru­s.

SIBILIA. «In questo momento - dice Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresid­ente vicario della Figc - ci sono tre priorità: sanitaria, sociale e sportiva. L’emergenza obbliga tutti a rispettare le indicazion­i sanitarie e restare a casa. L’aspetto sociale ci invita a riflettere sulle prospettiv­e in attesa che possa riprendere quella sportiva che amiamo. Adesso viviamo l’emergenza e non bisogna abbassare la guardia».

Sono oltre cinquecent­omila (per gli amanti delle statistich­e 550.000) le partite giocate all’anno nell’universo dei dilettanti: dalla Serie D alla Terza categoria, dagli Juniores ai Giovanissi­mi, dagli Allievi ai Pulcini. Un esercito di persone con gli scarpini ai piedi. Uomini, donne, ragazzi e bambini che vivono il calcio dilettanti­stico in ogni angolo del Paese. «Il gioco riprenderà, ma occorre tempo - aggiunge Sibilia -. Adesso bisogna difendere la salute di tutti e rispettare le indicazion­i che arrivano dalla comunità scientific­a e sanitaria e dallo Stato. Non esistono altre vie».

LA RETE SOCIALE. Tantissime società della Lnd svolgono sul territorio anche una funzione sociale in più campi, tra i quali l’integrazio­ne di tanti giovani provenient­i da altri Paesi. «Migliaia di presidenti e dirigenti sportivi - aggiunge Sibilia - dedicano il loro tempo libero per le rispettive squadre di calcio, investendo risorse ed energie. Grazie a loro l’attività sportiva va avanti. Un movimento immenso mosso soprattutt­o dalla passione».

Ottocentod­odici milioni di euro è il valore stimato del volontaria­to sportivo in Italia, uno dei capisaldi sui quali si fonda l’attività del calcio dilettanti­stico. Numeri di non poco conto innestati nella base della piramide calcistica italiana. Una delle grandi reti sociali del Paese. Tutto fermo.

Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto... Le aree iper rosse del coronaviru­s ma anche le regioni con il maggior numero di società calcistich­e della Lnd. «Aree di consolidat­a aggregazio­ne sportiva con una tradizione ormai secolare puntualizz­a il numero uno della Lnd-. Aree che torneranno a risorgere ma occorre tempo. Il calcio e la sua socialità ritorneran­no in ogni regione del nostro Paese. Bisogna vincere questa sfida restando uniti e rispettand­o le indicazion­i tese alla difesa della salute di tutti».

2019-20, una stagione decisament­e sui generis. Avrà una fine? «Oggi è impossibil­e fare delle previsioni e siamo tutti legati alla temporalit­à dell’epidemia. L’importante è superare la fase dell’emergenza evitando strappi nella rete sociale. È una partita nella quale giochiamo tutti e ognuno deve fare la sua parte. È una partita da vincere con pazienza e forza d’animo».

«Siamo in piena emergenza Le regole vanno rispettate»

«Bisogna fare attenzione ed evitare strappi nella rete sociale del Paese»

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Cosimo Sibilia, 61 anni, presidente della Lnd e vice presidente vicario Figc

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