NBA IN AGOSTO SOGNO E FOLLIA
Nonostante la pandemia, si vuole riprendere la stagione Cuban, proprietario di Dallas: «Anche senza pubblico, ma si deve giocare a partire da giugno»
Un sogno, una folle illusione? «Speriamo entro la fine di maggio di tornare alla normalità - dice Mark Cuban proprietario dei Dallas Mavericks - e che la NBA possa disputare le sue partite. Forse anche senza pubblico, ma giocando, perché lo sport ha un ruolo così importante. Lo sapete, la gente vuole qualcuno per cui tifare, potersi ritrovare, entusiasmarsi».
Nonostante l'emergenza, sempre più alta negli Stati Uniti, e l'incertezza, Cuban è convinto che la Lega tornerà entro giugno. «Se dovessi fare previsioni in base alle persone con le quali ho parlato ha aggiunto - dal CDC (Center for Disease Control, l'agenzia federale di salute pubblica ndr) e altri posti direi che sarebbe attorno all'1 giugno. Anzi, per me anche prima».
A TUTTI COSTI? Metà maggio la data più ottimistica, il che vorrebbe dire andare avanti con il campionato e i playoff fino ad agosto: in questo senso, già una decina di giorni fa si era verificata la disponibilità delle arene. «Stiamo esplorando tutte le opzioni per riprendere la nostra stagione quando sarà sicuro farlo - aveva dichiarato la scorsa settimana il commissioner Adam Silver -. Al momento non ci sono discussioni in proposito».
Ma speculazioni sono state fatte dai media statunitensi. «C'è la sensazione - ha affermato Ramona Shelbourne di Espn - tra proprietari e giocatori che, non importa la situazione, si voglia salvare il 2019-20. Non credo che qualcuno abbia intenzione di iniziare la prossima stagione senza un campione in carica».
Jalen Rose, ex giocatore, oggi voce della stessa emittente, ha aggiunto che essere pronti fisicamente per gli atleti non è un problema. «E non penso - ha sottolineato - che si voglia scartare settembre per evitare la concorrenza della NFL (football americano ndr)».
PRIMI. C'è da ricordare che la NBA è stata anche la prima delle grandi leghe pro americane a sospendere le partite appena accertata la positività al Coronavirus di Rudy Gobert, alcuni istanti prima della palla a due tra Oklahoma City e Utah l'11 marzo . Attualmente sono circa una dozzina i contagiati. «Credo che la NBA dovrebbe aspettare la 'luce medica' alla fine del tunnel - ha concluso Cuban -, ma la stagione dovrebbe riprendere una volta accertato che è sicuro. Lo sport è ciò di cui abbiamo bisogno ora e credo che la NBA sia pronta a ricoprire questo ruolo».
Ma non si tratta solo di NBA, c'è un mondo che gira attorno. Proprio ieri Andrew Cuomo, governatore della stato di New York, uno dei più colpiti dal Coronavirus, ha reso noto un dato impressionante: entro due settimane potrebbero essere 40.000 (ora sono 3.000) i suoi cittadini ricoverati nei reparti di cura intensiva degli ospedali. E in Florida anche al cellulare, via sms, arrivano le raccomandazioni di non uscire di casa se non per le emergenze.
STIPENDI. Nel frattempo confermati i pagamenti al 100% dei salari dei giocatori per l'1 aprile. Ma per la scadenza successiva, il 15 dello stesso mese, potrebbe già arrivare la decurtazione di un 1/92 degli stipendi, come prevede il contratto in caso di pandemie e disastri. roz/ecp
- La quinta edizione del Rieti Sport Festival è stata rinviata in seguito all’emergenza Coronavirus. La manifestazione, in programma tutti gli anni nella prima metà del mese di giugno, è stata posticipata a data da destinarsi. «Il Rieti Sport Festival è una festa dello sport - afferma il patron Sergio Battisti – e tornerà quando saremo certi di poter
Intanto le previsioni dicono: 40.000 contagiati a N.Y. tra due settimane