Corriere dello Sport

L’idea: fare tre giri in uno

- Di Alessandra Giardini

Era nato come uno scherzo, una specie di gioco sui social. Prima un tweet di Ivan Garcia Cortina, spagnolo della Bahrain che ha vinto una delle ultime corse, una tappa della Parigi-Nizza. Poi una risposta di Beppe Martinelli, ds dell’Astana, confinato in una delle zone più martoriate dal contagio, la provincia bresciana. Ieri la proposta l’ha rilanciata il vicecampio­ne del mondo Matteo Trentin: così piano piano sta assumendo contorni più reali l’idea di un unico grande giro che entro la fine del 2020 sostituisc­a Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta di Spagna. Sette tappe in ogni Paese (una logistica piuttosto complicata, bisogna dirlo) per arrivare alle canoniche ventuno. Trentin va nel dettaglio. «Partenza da Roma, passaggio a Madrid e conclusion­e a Parigi. Tutti i migliori sarebbero al via e sarebbe un bel modo per riunire tutte le persone con una corsa ciclistica dopo questi tempi orribili. Per maggiore chiarezza, una corsa dalla normale durata. Ventuno tappe e due giorni di riposo, proprio come un grande giro tradiziona­le. La cosa più importante è che si tratterebb­e di un evento unico, per ripartire tutti assieme e tornare alla normalità nel 2021».

Per adesso però, non bisogna dimenticar­lo, soltanto il Giro d’Italia ha annunciato il rinvio. Il Tour rimane saldamente ancorato alle sue certezze e lavora sulle date originarie (via il 27 giugno), mentre la Vuelta può ancora aspettare, anche se quest’anno la partenza era stata anticipata al 14 agosto per l’affollamen­to del calendario. Tutti sperano che si possa riprendere prima possibile, ma non è molto realistico pensare che il Tour, per dirne una, possa svolgersi regolarmen­te. Intanto i team cominciano a cautelarsi per fronteggia­re la crisi: la belga Wanty Gobert ha attivato la cassa integrazio­ne per undici dei suoi dipendenti, almeno fino al 3 aprile (in realtà potrebbe essere prolungata). E’ una misura che non riguarda i corridori ma dipendenti che hanno contratti a tempo indetermin­ato con il team. Il portavoce della squadra, Maxime Seghers, ha detto che «fino ad ora la squadra non ha ancora chiesto nessuno sforzo economico agli atleti che si stanno allenando per tornare alle corse ma, se la situazione dovesse perdurare cinque mesi la questione potrebbe essere diversa».

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