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Un’ipotesi che riguarda l’Italia indica il 21 aprile come data della svolta. Ma c’è l’incubo Usa
uando arriverà il picco in Italia?
Tra le domande frequenti c’è anche quella di quando arriverà il picco nel nostro Paese. Non c’è una risposta precisa a questa domanda con i virologi e gli studiosi che hanno pensieri diversi. Secondo gli ultimi calcoli matematici effettuati all’Università di Genova, la discesa dovrebbe iniziare da domani, non a caso il Governo spera in numeri più bassi dopo tre giorni di decrescita dei contagi (anche se ieri non dei morti). Si tratta comunque di proiezioni che poi devono fare i conti con la realtà e di conseguenza con il comportamento degli italiani in questo periodo.
Ma se ci basiamo quanto accaduto a Wuhan in Cina che ora è letteralmente uscita dal tunnel quandopotrebbeverificarsiquestomomento liberatorio per l’Italia? «Possiamo ipotizzarlo per la Lombardia, il Nord Italia, diventato primo focolaio in Europa – dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli studi di Milano – e, se questa settimana ogni giorno continuano a registrarsi cali anche lievi nei numeri, azzarderei un 21 aprile come data che potrebbe portarci alla stessa condizione che oggi ha fatto ripartire la Cina».
E il picco nel mondo?
Difficile dirlo, mancando un’azione comune e uguale in tutti i Paesi all’inizio si sta procedendo a macchie di leopardo. Il prossimo focolaio mondiale potrebbero essere gli Stati Uniti. La portavoce dell’Organizzazione mondiale della Salute (OMS) Margaret Harris ha risposto a una mia domanda via mail: «Ora stiamo assistendo a una grandissima accelerazione nei casi statunitensi. Quindi la nazione ha quel potenziale».
MaNewYorksembraessereilnuovo epicentro della pandemia da Covid-19,oèsoloun’impressione? che cosa volesse dire?
In pratica il presidente americano, preoccupato per l’economia, sta pensando di abbandonare le misure del “distanziamento sociale” (cioè del “tutti in casa”, entrato in vigore con l’emergenza e che scadrà i primi di aprile) che gli esperti di sanità pubblica avvertono come necessarie per affrontare il coronavirus. Gli epidemiologi chiedono di “appiattire la curva” delle infezioni da coronavirus osservando il “distanziamento sociale”. Non è chiaro per quanto tempo dovremo farlo - in particolare in assenza di un vaccino - e questo è un freno per l’economia, poiché le persone perdono le connessioni umane e le aziende vengono chiuse in massa. Alla luce di ciò, sembra che valga la pena affrontare anche un sacco di sofferenza economica e personale, in particolare con circa 2,2 milioni di vite americane in gioco. Ma Trump vuole salvare subito l’economia e intende abbandonare il “distanziamento sociale” e optare per l’immunità di gregge pensata e subito rientrata dal governo inglese. E twitta: “Alla fine del periodo dei 15 giorni, cambio strategia”. In pratica sta gettando le basi per allentare le restrizioni e ha chiesto al CDC di cercare un modo per riaprire le aziende all’inizio di aprile. Donald Trump twitta: «I primi di aprile l’America riparte perché altrimenti i danni economici sarebbero ingenti». «Sarebbe un grave errore», commenta Pregliasco perché gli Stati Uniti stanno entrando ora nell’epicentro.
Ma quando l’Italia ne sarà fuori mentre gli altri Paesi saranno ancora in piena attività virale, che cosa si dovrà fare?
«Ancora controlli a chi entra e a chi esce dal Paese perché altrimenti si rischia un ritorno del virus», risponde Pregliasco. Sul decremento dei casi in Italia, che ormai va avanti da tre giorni, la Harris (OMS) scrive di “barlume di speranza” anche se sono ancora i “primissimi giorni” di questa lieve discesa.
E come si spiega il numero di morti che in Italia appare più alto che altrove?
«Senz’altro la popolazione anziana più numerosa che altrove e poi la possibilità che vi siano stati molti più positivi di quelli verificati. Secondo Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile: «Il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile». E questo spiegherebbe
ROMA - Guido Bertolaso, chiamato pochi giorni fa dalla Regione Lombardia come consulente per l’emergenza, fa sapere di essere positivo al coronavirus. «Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e a coordinare quelli nelle Marche (dove verrà realizzata una struttura con 100 posti letto di terapia intensiva, ndr). Vincerò anche questa battaglia», scrive su Facebook. il numero di morti. «I numeri restano alti: 63 mila contagiati. Ma le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi. Nelle prossime ore dovremmo vedere altri effetti, capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo». Sette giorni e supereremo i contagi della Cina, il Paese dove il problema coronavirus è nato. Per Borrelli «la proiezione matematica è quella, non me lo sarei mai aspettato». Poi sulla possibilità che siano stati commessi errori nella fase iniziale, il capo della Protezione Civile spiega che «il 31 gennaio questo Governo ha dichiarato lo stato di emergenza e bloccato i voli da e per la Cina, mi sembra che abbiamo compreso subito che questa epidemia era una cosa seria».
Pentito di non aver chiuso tutto subito?
«Come insegnano i protocolli di Protezione civile - risponde Borrelli - l’intervento deve essere sempre proporzionato al rischio. Il numero dei casi lombardi è stato subito soverchiante, i medici si sono buttati nella cura e non hanno avuto più tempo di fare indagini. Fin dall’inizio, va detto, ci sono stati comportamenti pubblici che hanno alimentato il problema nazionale. La comitiva del Lodigiano che il 23 febbraio è andata a Ischia portando il contagio sull’isola. E i primi positivi a Palermo, con i ventinove bergamaschi in vacanza in Sicilia. Con un virus così rapido, gli atteggiamenti sociali sono stati decisivi».
UnerroreautorizzareAtalanta-Valencia a San Siro? «Potenzialmente è stato un detonatore - dice Borrelli - ma lo possiamo dire ora, con il senno di poi».
Con l’arrivo dell’estate, il 21 giugno, ci lasceremo alle spalle il coronavirus?
«Nessuno può ancora dirlo», dice Pregliasco, «anche perché questo virus non sembra risentire del caldo come quelli influenzali».
A proposito di casi positivi sfuggiti al controllo perché asintomatici è vero che vi sono altri sintomi da considerare?
La British Association of Otorhinolaryngology (ENT UK), cioè la società scientifica degli otorinolaringoiatri ha affermato che i pazienti asintomatici potrebbero mostrare una perdita dell’olfatto o del gusto come sintomi dopo aver contratto il coronavirus.
Nel mondo il contagio sembra dilagare. Si fermerà?
«La pandemia sta accelerando, ci sono voluti 67 giorni per arrivare ai primi 100mila contagi, 11 giorni per 200mila e 4 giorni per 300mila». Dice il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing a Ginevra sul covid-19. E ripete che è in atto una «grandissima accelerazione» nelle infezioni da coronavirus negli Stati Uniti, che potrebbe ora diventare potenzialmente un nuovo epicentro. Ovvio che per i matematici l’accelerazione potrebbe significare l’avvicinamento al picco e quindi la discesa. I modelli sono la Cina e ora l’Italia del Nord.
Allora,quantodureràlapandemia, a parte i picchi e gli attuali focolai. Cioè finita l’emergenza potrebbe esserci un ritorno?
Domanda al momento senza risposta. Secondo quanto evidenziato dall’Istituto Koch di Berlino questo tipo di epidemie vanno avanti a ondata e per questo secondo loro il coronavirus potrà durare due anni. Una previsione non semplice da rispettare anche se gli effetti non saranno gli stessi visto che con il vaccino il numero dei contagi è destinato a diminuire: «Il vaccino – hanno detto dall’Istituto – è pronto in poche settimane ma dovrà essere testato e questo processo dura del tempo. Bisogna capire se protegge realmente contro la malattia e se è sicuro sul fronte dei possibili effetti collaterali». Le previsioni sulla durata della pandemia variano poi da nazione a nazione e per questo non è possibile dare una risposta ben precisa. Dagli Stati Uniti, per esempio, il presidente Trump ha dato come data di fine di questa epidemia luglio o agosto.
L’OMS critica l’ultimo decreto italiano per quanto riguarda le restrizioni all’attività fisica. Perché? Per la salute psico-fisica durante l’isolamento. E’ consigliato mangiare in modo sano, evitando abbuffate e cibo spazzatura per l’ansia, evitare alcool e bevande gassate, non fumare, se si lavora da casa cercare di non mantenere la stessa posizione tutto il giorno e fare pause di tre minuti ogni trenta. E poi fare attività fisica: dai 30 ai 45 minuti al giorno, gli adulti, almeno un’ora per i ragazzi.
Oms contro i limiti all’attività fisica perché è salutare quando si è isolati