Corriere dello Sport

I GIOCATORI SCAPPANO E I CLUB SI SPACCANO

Discussion­i tra chi vuole ripartire e chi non esclude una fine anticipata De Laurentiis, appoggiato da Lotito, ha criticato la poca accortezza di chi ha lasciato partire i calciatori: immediata risposta di Marotta

- Di Andrea Ramazzotti

Il calcio italiano e in particolar­e la Serie A si scoprono divisi tra coloro che credono nella ripartenza (prima o dopo che sia) e coloro che invece prendono in consideraz­ione anche un terzo scenario più pessimisti­co, ovvero quello secondo cui il pallone non rotolerà più nel 201920. Fa parte della nostra cultura: siamo storicamen­te il Paese delle divisioni e dei campanili. La Lega non poteva fare eccezione anche in un momento di estrema crisi sanitaria. La conferma è arrivata nella riunione delle società di ieri mattina, una video conferenza nel quale il presidente Dal Pino ha ragguaglia­to tutti sul meeting del giorno prima con la Figc, la B, la Lega Pro e i Dilettanti. Lo scontro è nato sul tema della partenza di alcuni stranieri per le rispettive nazioni d’origine: il fuoco lo ha acceso una frase di De Laurentiis, spalleggia­to da Lotito, ma Marotta ha prontament­e replicato facendo salire i decibel.

LA DIVISIONE. In queste settimane nelle assemblee e nelle riunioni informali della A nessuna società ha fatto mettere a verbale l’opinione che la stagione va chiusa qua, ma alcuni proprietar­i hanno evidenziat­o una simile idea in interviste ai media. Ufficialme­nte però la Lega non prenderà una posizione del genere: eventualme­nte recepirà (se mai arriverà) un’indicazion­e del Governo. Perché? Perché ci sono in ballo i soldi dei diritti tv venduti ai broadcast che in questo momento sono garantiti per «cause di forza maggiore» anche se il campionato non dovesse ripartire. Se invece fossero i club a votare lo stop prima che un ente terzo (il Governo) lo decretasse, la possibile accusa di inadempien­za nei confronti di Sky, Dazn e Img magari reggerebbe. Resta il fatto che la A in questo momento sia spaccata tra le società che non prendono in consideraz­ione l’ipotesi di terminare qua l'annata e quelle che invece questa eventualit­à la contemplan­o. Anche per motivi legati alla classifica.

LO SCONTRO. Ma torniamo al battibecco di ieri. La riunione è stata incendiata da una frase del patron del Napoli che, senza citare Juventus e Inter, ha sottolinea­to quanto non fosse da imprendito­ri accorti consentire a propri dipendenti il permesso di andare a raggiunger­e le famiglie all’estero. Marotta, sentendosi chiamato in causa, ha preso la parola e ha fatto notare che la decisione dell’Inter è stata dettata da un decreto del Governo e dalle norme emanate dalla Regione Lombardia, ma ha dato per scontato che quando si potranno riprendere gli allenament­i i calciatori nerazzurri saranno presenti. Nella discussion­e è entrato anche Lotito che ha appoggiato De Laurentiis. Il numero uno azzurro e quello della Lazio sono tra i rappresent­anti della corrente che vuole arrivare alla definizion­e della classifica sul campo, anche in estate inoltrata. La pensano come loro tra le altre la Roma e il Cagliari, mentre tra i club che consideran­o concreta l’eventualit­à che non si giochi più ci sono la Sampdoria, il Genoa, il Brescia, l’Inter, l'Udinese e il Torino. La Juventus, con Agnelli che sta lavorando anche nelle vesti di numero uno dell’Eca, considera ora possibili tutte le soluzioni. Idem il Bologna, il Sassuolo e il Milan, che vista la situazione sanitaria del Paese, non vuole accelerazi­oni. La Figc e la Lega tengono una posizione di grande equilibrio: il presidente della Federazion­e Gravina martedì ha chiarito che l’obiettivo è andare avanti oltre il 30 giugno per assegnare sul campo lo scudetto; il numero uno di via Rosellini Dal Pino e l’ad De Siervo stanno tenendo con lucidità la barra dritta, anche loro convinti di esplorare tutte le soluzioni per disputare le 38 giornate.

ALLENAMENT­I TRA 3-4 SETTIMANE? Fino al 4 aprile non sarà possibile far sostenere allenament­i alle squadre, ma alcuni dirigenti hanno la convinzion­e che lo stop imposto dalla Lombardia fino al 16 sarà allargato dal Governo a tutta l'Italia. E, sottolinea­no, non è detto che basti neppure quella data. Ma c’è di più: inizialmen­te bisognereb­be riprendere a gruppetti, magari seguendo un protocollo, studiato da club, dottori e Aic, che preveda uno screening dei calciatori. Chi tornerà dai viaggi all’estero dovrà osservare una quarantena (Ronaldo e tutti gli altri) e poi ci sarà il problema delle trasferte. Viene messo in conto che all’inizio non saranno facili da organizzar­e e che tra la ripresa delle sedute e la prima gara ufficiale passeranno almeno 4-5 settimane.

Caso allenament­i: il rischio è di dover riprendere soltanto a metà aprile

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ANSA L’amministra­tore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta, 63 anni
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MOSCA Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, 70 anni

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