Corriere dello Sport

Fogli, l’isolamento e i vecchi amici

A PISA ALLE PRESE CON I RISCHI E I PROBLEMI PER IL VIRUS

- Di Matteo Fogacci

Ascoltare la sua voce è come riavvolger­e un nastro, tuffarsi in un passato che oramai per la maggior parte dei tifosi del Bologna è leggenda. Stiamo parlando di Romano Fogli, protagonis­ta di un Bologna che non solo ha regalato l'ultimo scudetto, ma pure ha proposto un calcio da spettacolo. Da Santa Maria a Monte in provincia di Pisa, vive questo momento con grande emozione e un po' di timore, specie pensando ai suoi tanti ex compagni che non ci sono più. Confessa come in questo momento le sue uniche fughe da casa sono per andare al supermerca­to a fare la spesa.

A 82 anni compiuti lo scorso 21 gennaio, pensa soprattutt­o a Franco Janich «mi chiamava spesso. Anzi l'ultima volta mi aveva anticipato di avere un tumore. Ma lui scherzava sempre, Zanzara come va, mi diceva». Poi ha rassicurat­o: «Io e Cecilia stiamo bene e ce la caviamo anche se chiarament­e questo virus non ci voleva proprio». E poi un ricordo a tutti i tifosi del Bologna: «So che tutti mi vogliono bene. Pensate che mi chiamano anche da Catania per chiedermi come sto. Nei giorni scorsi ho sentito Trapattoni e qualche giorno prima anche Gentile. Diciamo che con diverse persone del nostro mondo ci sentiamo con frequenza. Con Trapattoni, che ha solo un anno in meno di me, parliamo ovviamente dei vecchi tempi, anche se in questi momenti non ci sono molti argomenti». Difficile non tornare su quella finale del 7 giugno 1964: «Stando in casa si guardano le cose belle – ha detto – e quindi qualche giorno fa mi sono riguardato anche quella partita. Ma anche i miei gol del passato. In queste giornate mi passo la giornata così. Anche se sono immagini di tanti anni fa è sempre bello rivederlo». Ricordando, poi la rete della finale del '64 ha voluto precisare: «Qualcuno ha parlato di autorete, ma se Facchetti avesse messo il piede sul quel tiro il pallone sarebbe andato verso la bandierina, non certo in porta. Inoltre anche Sarti rimase sorpreso perché pensava ad una punizione sopra alla barriera e non ad un tiro nell'angolo basso. Comunque fu un caso il fatto di tirare quella punizione. Le batteva sempre Haller ma aveva subito lui il fallo e non ce la faceva a calciarla. Oltre al gol la cosa più bella fu il passaggio che feci a Nielsen per la seconda rete. Riuscii a far passare il pallone tra Guarneri e Picchi non era facile. Gli misi la palla davanti al portiere. Non certo roba da tutti!». Si parla di play off, ma quello fu l'unico spareggio: «Infatti ora anche se le squadre finiscono a pari punti si guardano le statistich­e e non si rigioca. Il finale di questo campionato? Indovinala, si dice qui in Toscana. Non si sa e inoltre non sono d'accordo neppure tra le squadre su cosa fare. Comunque il Bologna rimane sempre nel mio cuore e non vedo l'ora, in questo campionato o nel prossimo, di venire al Dall'Ara».

«Vado a fare la spesa e telefono al Trap fra noi si parla molto di questa attualità»

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SCHICCHI Romano Fogli, 82 anni, protagonis­ta dello scudetto del 1964

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