«Rimini, uniti per ripartire subito»
Pensa a una grande riforma del calcio. Giorgio Grassi vuole ripartire da qui, guardando il suo Rimini e immaginando soprattutto prospettive innovative. «Dovremo usare la pausa per riflettere, confrontarci e realizzare un cambiamento epocale attraverso un'assemblea costituente», dice il presidente. Prevale più la preoccupazione o la speranza? «Basta prendere le cose dal verso giusto e dal male viene il bene. Nel calcio mi preme riformare». La ripresa è un rebus: «Non credo che si tornerà a giocare, mi pare che non ci sarà un significativo rallentamento dell'epidemia prima dell'estate. Mi dispiace perché vorrei che i campionati si concludessero sul campo».
IL CONFRONTO. Parla con lo staff preoccupandosi dell'umore generale: «Ci sentiamo, specie con il direttore Pastore e l'allenatore Colella. Ci sono voglia e desiderio, però c'è anche pessimismo sulle condizioni per ripartire». Il confronto è anche con i vertici istituzionali sportivi. Come giudica le aperture del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, sulla riforma e le attenzioni sulle questioni economiche? «Ci è stata concessa la cassa integrazione in deroga e in queste ore stiamo verificando con il nostri uffici. Sto chiedendo con forza la riforma del calcio, ho proposto un'assemblea costituente e una costituzione con il coinvolgimento di tutte le componenti. Il tempo va utilizzato per mettere attorno al tavolo le persone da scegliere. Ci si potrebbe pure accapigliare per ripartire su nuove basi da proiettare sui prossimi trent'anni. Le classifiche attuali dicono poco e le categorie verranno dopo. Lo dico da ultimo in classifica e sono aperto a qualunque scelta venisse fatta da questa commissione».
LA RISCOSSA. Grassi lancia le sue sfide: «Usciremo da questa guerra, perché di guerra si tratta. Dopo ciascuno con i sacrifici che ha fatto entrerà in un mondo nuovo dove staremo meglio». Il club ha aderito all'iniziativa di sostenere il territorio con il logo Visit Romagna “terra della dolce vita" sulle maglie. Andrete avanti? «Credo che sia fondamentale promuovere una realtà che è cresciuta nel dopoguerra con il turismo di massa ed è psicologicamente segnata dall'epidemia. Abbiamo bisogno di fare anche noi sistema nelle nostre filiere. Non siamo solo turismo, ci sono eccellenze in tutti i settori e ripartiremo uniti».