Corriere dello Sport

BASILE «POSSO VINCERLI ANCHE NEL 2021»

«Giochi rinviati? Non fa niente Mi sono chiuso nel palazzetto di Ostia: il preparator­e mi manda i programmi e io li inasprisco»

- Di Giorgio Burreddu

Anche in tempi di virus, Fabio Basile si allena così: «Forte, duro, vado come un toro, ci metto l’anima. Non mollo, non mollo niente. Sto dentro il palazzetto di Ostia, mi ci sono barricato dentro, siamo io, il mio compagno di nazionale Eros, e il maestro, ci siamo chiusi qui, non usciamo, siamo protetti, attenti, seguiamo la regole, facciamo le cose che dobbiamo fare, abbiamo fatto una mega spesa, la facciamo quando serve, e cerchiamo di gestirci, e stiamo qui». Se vi state chiedendo il perché di questa quarantena atipica, la risposta non è nemmeno troppo assurda: «Mi era venuta un’influenza, parlavano già del virus, dicevano di stare a casa, io mi sono chiuso qui e non sono più uscito. Timore, spavento? No, non mi sono spaventato, da piccolo ho avuto una polmonite, una polmonite normale. Niente di paragonabi­le a quello che sta succedendo, ma sapevo che non era quello. Ho avuto le placche in gola, ora sto bene e mi alleno».

Leader di se stesso e in ogni occasione: nel bene, nel male, nella gloria, nell’onore, nella reclusione, e anche nella tristezza di un rinvio delle Olimpiadi. Ma alla sua età (25 anni) Basile ha tutto il tempo per difendere quel luccichio d’oro di Rio 2016. Dovrà

aspettare ancora un po’, così è la vita. «La salute mondiale è più importante - dice - Qui non si scherza, muoiono delle persone, tutto il resto viene in secondo piano. Hanno rinviato i Giochi? Non fa niente. L’Olimpiade la puoi vincere anche tra un anno o tra qualche mese, quando sarà, a me non importa». Però ci sarà tutto un lavoro di condizione atletica da rivedere. «Sto bene, il mio stato di forma è al massimo. Forse farle adesso sarebbe stato il massimo. Non lo so. Mi sto allenando tanto lo stesso. In qualche modo riesco a farlo».

E come?

«Se fossi tornato a casa sarebbe stato diverso. Qui mi sveglio presto, corro, pranzo, cucino da solo, poi nel pomeriggio mi alleno ancora. Mi alleno forte, tecnicamen­te cerco di rendere al top. A parte che non sarebbe cambiato nulla».

Cosa?

«Se fossi stato a casa mi sarei allenato lo stesso e con grande forza. A volte sono lì su internet, vedo le persone che si allenano e si filmano. Non va bene così, c’è gente che muore. Anche a me hanno chiesto di fare dei video. No, non è il caso».

Non c’è il rischio di staccare la spina? Un rinvio al 2021 cambia le carte in tavola.

«Quando sali sul tatami non pensi ad altro, io non penso a nessuno, solo a dare tutto. E lo faccio anche allenandom­i. Io so cosa voglio, lo so e arriverò a prenderlo. La mia mentalità è sempre stata quella: adattarsi alla situazione. Arriverò preparato al cento per cento».

E le qualificaz­ioni? Si lascia tutto così.

«Vedremo cosa succederà. La cosa veramente importante è continuare ad allenarsi, a farlo bene, per il meglio, senza tralasciar­e nulla».

Lei riesce a farlo.

«Stare qui non è facile. Quando la sera vado a dormire penso il doppio. Ma di giorno metto la testa sugli esercizi. Sono in contatto anche con il preparator­e, manda cose da fare, io le rivedo, le rivisito, cerco di farle ancora più duramente».

Stare lì non le pesa?

«Sai una cosa, nella vita tutto serve. La reclusione, l’isolamento io in qualche modo li avevo provati nel programma tv (il Grande Fratello; ndr). Non è la stessa cosa, è ovvio. Ma la condizione mentale mi aiuta, e mi concentro sulle cose che devo fare. Cioè allenarmi».

Se lo aspettava questo rinvio? «Qualche settimana fa ci pensavo: se stiamo ancora così più avanti le devono rinviare. Davanti a certe cose non puoi fare finta di niente, è ovvio».

Non ha paura?

«Non ho paura di nulla». Nemmeno del virus?

«La paura è per i miei genitori, per la mia famiglia, per gli amici. Per me stesso no. Io so cosa faccio, cosa tocco, e non corro rischi. Sono un orologio svizzero. Molti stanno impazzendo, lo so. Ma bisogna stare tranquilli, seguire le regole, fare le cose che ci dicono. Non si scherza». Sua nonna l’ha sentita? Siete molto legati.

«Certo. Sono in contatto costante con loro, con i miei cari. Ci sentiamo una volta al giorno». Cosa ci insegnerà questa storia? «E’ dura. Ma non si molla. Si va sempre avanti. Un incontro di judo è come la vita, tutto può cambiare da un secondo all’altro. Ma è anche questo il bello».

«Sarà quando sarà: arriverò a Tokyo pronto al 100% Un incontro di judo è come la vita: non si molla. La reclusione del Grande Fratello mi ha... preparato Niente video sui social: fuori c’è gente che muore»

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Lo judoka azzurro Fabio Basile, 25 anni, campione olimpico nei 66 kg a Rio 2016

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