Corriere dello Sport

DATE E FORMAT LA LINEA GRAVINA

«La A a 22? Scelta schizofren­ica Chiesto alla Uefa di allungarci fino a luglio. Temo per i Dilettanti»

- Di Giorgio Marota

Togliamoci dalla testa l’idea di bloccare le retrocessi­oni e promuovere due società dalla Serie B. Dicono che non si può fare e non si farà. Una Serie A a 22 squadre nel 2020-21 sarebbe «ingestibil­e» secondo il presidente della Federcalci­o, Gabriele Gravina. Del resto, che senso avrebbe un prossimo campionato ancora più affollato, con 42 giornate anziché 38, mentre da anni in Lega si chiede la riduzione dell’organico a 18 formazioni? Chiarament­e tutti si augurano di non vivere più un’emergenza del genere – e non solo per ragioni calcistich­e – ma un torneo più snello (34 turni, com’era fino alla stagione 2003-04) permettere­bbe di adattare il calendario agli imprevisti con maggiore agilità. «Questa ipotesi dovrebbe confrontar­si con una stagione che probabilme­nte partirà già in ritardo e dovrà comunque finire a maggio 2021 per l'Europeo – ha dichiarato a Sky Sport il numero uno della Figc – mi apparirebb­e cosa schizofren­ica avere l'esigenza di giocare meno partite e fare una A con 22 squadre».

A 20 giorni dallo stop totale delle attività la situazione appare di ora in ora più critica. «Sono preoccupat­o per il calcio – ha ammesso Gravina – per la A, la B, la C e per i dilettanti. Anzi, comincerei da lì perché è un settore che rischia di perdere oltre tremila società». Un disastro, quello per il mondo LND, che approfondi­amo nel servizio in basso. Ieri in Italia sono di nuovo aumentati i contagi e le vittime. Difficile fare previsioni di qualsiasi tipo, ma il calcio prova comunque a darsi delle risposte. Dopo il rinvio di Europei («che ci auguriamo di vincere nel 2021» dice Gravina) e Olimpiadi, che ne sarà delle competizio­ni nazionali? «Abbiamo chiesto a Uefa e Fifa la possibilit­à di sforare la deadline del 30 giugno. L'ipotesi è arrivare al 30 luglio con ripartenza del campionato a maggio. Dobbiamo rispettare le ordinanze». Il tempo dell'autonomia calcistica è parzialmen­te sospeso come il nostro diritto a uscire di casa. In questi giorni decide il Governo.

SUL CAMPO. E se non si potrà giocare fino all’estate? «A quel punto faremo una serie di riflession­i per salvare comunque il valore della competizio­ne sportiva finora raggiunta sul campo. Ma non abbiamo ancora dato grande attenzione a questa ipotesi, come non abbiamo pensato all’assegnazio­ne dello scudetto. Permettete­mi di essere ottimista». Nel frattempo, per fronteggia­re l’emergenza Coronaviru­s, da via Allegri è stata presa una decisione storica: il centro tecnico di Coverciano, la casa delle nazionali azzurre, si trasformer­à in una sorta di ospedale per accogliere i pazienti positivi da Covid-19. Due settimane fa, la stessa Figc aveva messo a disposizio­ne una palazzina per i vigili del fuoco. «Il calcio è migliore di come lo vogliono far apparire - è il pensiero di Gravina - Siamo tutti scesi in campo con sensibilit­à e responsabi­lità. La salute è il bene primario che va tutelato».

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RIPRODUZIO­NE RISERVATA LAPRESSE Il presidente Gravina 66 anni

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