Pass azzurri (quasi) tutti ufficiali
- C’è carta olimpica e carta olimpica. La scelta del Cio, con lo slittamento al 2021 dei Giochi (primavera o estate che sia, cambia poco) è quella di far valere i diritti acquisiti dagli atleti fino a questo momento. Quindi chi era qualificato per le Olimpiadi del 2020 resta qualificato per quelle del 2021. Ma chi era qualificato?
DISTINZIONI. Almeno nel nuoto, i percorsi per ottenere il pass per i Giochi sono due. C’è la qualificazione ottenuta a livello internazionale, inalienabile - per dirla in termini tecnici - e su quella non ci piove perché “personale”. Ne abbiamo cinque in tasca in questo momento: il Settebello nella pallanuoto maschile, Noemi Batki nei tuffi (la piattaforma) e le restanti tre dal nuoto di fondo con Paltrinieri e Sanzullo nella 10 km maschile e Rachele Bruni in quella femminile.
IN VASCA. Se entriamo in piscina la situazione è diversa: ai campionati italiani open di Riccione, nel dicembre scorso, hanno ottenuto il pass richiesto dalla Fin (la federazione italiana e non internazionale) ancora Paltrinieri nei 1.500, poi Simona Quadarella (sempre 1.500), Margherita Panziera (200 dorso) e Nicolò Martinenghi (100 rana). Ma questo è un regolamento interno nostro: la loro posizione sarà inevitabilmente confermata dallo staff azzurro ma solo quando verrà ridisegnata la stagione nazionale, con nuovi trials che vedranno quindi quelle caselle già occupate (anche per mancanza di avversari, oggettivamente, nessuno dovrebbe offendersi) .
TABELLE. Tutto questo perché l’Italia, come molte altre nazionali di prima fascia, non prende in considerazione le tabelle fissate dalla Fina (la federazione internazionale) per comporre la squadra olimpica ma applica criteri più stretti. Le tabelle Fina prevedono infatti che possano andare ai giochi due atleti per gara se ottengono un tempo tra i primi 16 del mondo, soltanto uno se ottiene un tempo intorno al trentesimo del mondo. Risultati da ottenere fino a 14 mesi prima delle Olimpiadi. La Fin invece chiede tempi più stretti da ottenere inoltre in una data secca (quella dei trials) che sarà fissata in base al nuovo calendario olimpico.
GARE. In attesa di comporre il puzzle dei calendari, c’è chi ha comunque l’occasione per gareggiare proprio in questi giorni. Sono gli svedesi - complice il loro approccio molto (troppo...) soft con l’emergenza coronavirus - e i migliori nuotatori del paese chiudono oggi a Stoccolma la due giorni di test a porte chiuse. Un modo come un altro per capire a che punto è il lavoro di una stagione che sostanzialmente non c’è più.
Incredibile a Stoccolma: si gareggia anche se a porte chiuse