Le regole irragionevoli
Le leggi devono essere coerenti e ragionevoli. Altrimenti “degradano al livello di gregge senza pastore”, come dice la Corte.
Le leggi devono essere coerenti e ragionevoli. Altrimenti “degradano al livello di gregge senza pastore”, come ha detto la Corte costituzionale nel 1982 (proprio in un anno molto importante per il calcio italiano, guarda caso).
Tutto il dibattito sulle modalità degli allenamenti delle squadre in vista della ripresa dei campionati di calcio è proprio un problema di ragionevolezza, dei protocolli e delle regole. Perché si tratta di capire se sono protocolli applicabili, funzionali e adeguati. Cioè se sono ragionevoli. È ragionevole che se durante il ritiro precampionato ci sia la positività di un atleta o di un membro dello staff debba andare in quarantena tutto il gruppo per 14 giorni? Ma a quel punto si fermano gli allenamenti e come si garantisce la parità di preparazione fra tutte le squadre?
I dubbi ci sono perché non avviene certo questo se una positività viene riscontrata in una fabbrica o in grande ufficio. Non viene certo chiuso e isolato tutto. Ma vengono adottati protocolli specifici di controllo e sanificazione, anche se parliamo di migliaia e non centinaia di persone, come una squadra di calcio.
Del resto risulta che non siano facilmente disponibili tutti i dispositivi medici e i reagenti che servono per i controlli e per le eventuali positività. E comunque non risultano disponibili allo stesso modo su tutto il territorio nazionale, come lamentato da alcune squadre. La nostra serie A ha squadre sparse in 12 regioni e il rischio di regole sanitarie e controlli differenti può essere davvero devastante.
E poi, i 14 giorni. Cioè, la quarantena come fissata oramai quasi 3 mesi orsono dal dpcm di febbraio, in piena crescita dell’epidemia. Ragionevolezza significa adeguatezza. Da allora sono passati oltre 80 giorni, si è scoperto che la l’incubazione è di 5/7 giorni e la curva epidemiologia è in discesa, forse con il virus indebolito. Perché applicare ancora una regola che ora appare non più adeguata?
Ancora. È ragionevole che tutta la preparazione debba avvenire in ritiro, con isolamenti, distanze e garanzie molto stringenti, per spogliatoi, stanze, ristoranti e allenamenti?Forse no, visto che nemmeno alcune delle squadre maggiori dispongono di strutture così ampie. E del resto le grandi fabbriche non fanno certo dormire tutti in azienda…. Del resto in Germania, Inghilterra e Spagna, dove anche le preparazioni sono iniziate, non sono state poste regole del genere.
Tutti vogliamo che il calcio riprenda in sicurezza, ma capiamo bene che con regole perplesse e dubbie diventa molto più difficile per tutti, anche perché sono stati fissati gli allenamenti, ma non le date di ripresa dei campionati.
Capiamo quanto sia difficile fissare le regole perché si devono contemperare la prudenza sanitaria, le esigenze sportive e gli interessi di calciatori, squadre, staff, arbitri, televisioni, ministeri, regioni.
Eppure il 25 maggio bisogna comunicare all’Uefa le date per la ripresa dei campionati, anche in vista delle Coppe. Ma sappiamo anche che senza regole “ragionevoli” sarà tutto più difficile.