Corriere dello Sport

Le regole irragionev­oli

- di Alfonso Celotto

Le leggi devono essere coerenti e ragionevol­i. Altrimenti “degradano al livello di gregge senza pastore”, come dice la Corte.

Le leggi devono essere coerenti e ragionevol­i. Altrimenti “degradano al livello di gregge senza pastore”, come ha detto la Corte costituzio­nale nel 1982 (proprio in un anno molto importante per il calcio italiano, guarda caso).

Tutto il dibattito sulle modalità degli allenament­i delle squadre in vista della ripresa dei campionati di calcio è proprio un problema di ragionevol­ezza, dei protocolli e delle regole. Perché si tratta di capire se sono protocolli applicabil­i, funzionali e adeguati. Cioè se sono ragionevol­i. È ragionevol­e che se durante il ritiro precampion­ato ci sia la positività di un atleta o di un membro dello staff debba andare in quarantena tutto il gruppo per 14 giorni? Ma a quel punto si fermano gli allenament­i e come si garantisce la parità di preparazio­ne fra tutte le squadre?

I dubbi ci sono perché non avviene certo questo se una positività viene riscontrat­a in una fabbrica o in grande ufficio. Non viene certo chiuso e isolato tutto. Ma vengono adottati protocolli specifici di controllo e sanificazi­one, anche se parliamo di migliaia e non centinaia di persone, come una squadra di calcio.

Del resto risulta che non siano facilmente disponibil­i tutti i dispositiv­i medici e i reagenti che servono per i controlli e per le eventuali positività. E comunque non risultano disponibil­i allo stesso modo su tutto il territorio nazionale, come lamentato da alcune squadre. La nostra serie A ha squadre sparse in 12 regioni e il rischio di regole sanitarie e controlli differenti può essere davvero devastante.

E poi, i 14 giorni. Cioè, la quarantena come fissata oramai quasi 3 mesi orsono dal dpcm di febbraio, in piena crescita dell’epidemia. Ragionevol­ezza significa adeguatezz­a. Da allora sono passati oltre 80 giorni, si è scoperto che la l’incubazion­e è di 5/7 giorni e la curva epidemiolo­gia è in discesa, forse con il virus indebolito. Perché applicare ancora una regola che ora appare non più adeguata?

Ancora. È ragionevol­e che tutta la preparazio­ne debba avvenire in ritiro, con isolamenti, distanze e garanzie molto stringenti, per spogliatoi, stanze, ristoranti e allenament­i?Forse no, visto che nemmeno alcune delle squadre maggiori dispongono di strutture così ampie. E del resto le grandi fabbriche non fanno certo dormire tutti in azienda…. Del resto in Germania, Inghilterr­a e Spagna, dove anche le preparazio­ni sono iniziate, non sono state poste regole del genere.

Tutti vogliamo che il calcio riprenda in sicurezza, ma capiamo bene che con regole perplesse e dubbie diventa molto più difficile per tutti, anche perché sono stati fissati gli allenament­i, ma non le date di ripresa dei campionati.

Capiamo quanto sia difficile fissare le regole perché si devono contempera­re la prudenza sanitaria, le esigenze sportive e gli interessi di calciatori, squadre, staff, arbitri, television­i, ministeri, regioni.

Eppure il 25 maggio bisogna comunicare all’Uefa le date per la ripresa dei campionati, anche in vista delle Coppe. Ma sappiamo anche che senza regole “ragionevol­i” sarà tutto più difficile.

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