«Siamo ancora la locomotiva d’Europa»
Il noto giornalista sportivo racconta le sensazioni di un “apripista” Fuß: Il protocollo, un po’ pignolo come lo siamo noi tedeschi, in questo momento è un vantaggio
Carsten Fuß - tra i più noti giornalisti sportivi tedeschi, per DAZN segue Bundesliga, Serie A e Champions - che clima si respira in Germania per questa ripresa del campionato? «Siamo tutti felici, perché è un ritorno alla normalità. Allo stesso tempo, però, c’è un po’ di ansia: speriamo che tutto vada bene e che si riesca a chiudere il campionato».
L’Europa vi guarda: ne siete consapevoli? Rummenigge ha detto che miliardi di telespettatori guarderanno la Bundesliga. «Rummenigge esagera, però è chiaro che alziamo l’appeal della Bundes. Avremo tutti i fari puntati addosso. Oggi nel calcio la Germania è la locomotiva d’Europa, ma se falliamo noi falliscono tutti».
A garantirvi c’è un protocollo che è stato preso a modello.
«E’ un protocollo studiato per bene, un po’ pignolo come lo siamo noi tedeschi, ma in questo periodo è un vantaggio. Le squadre stanno in ritiro da una settimana, i tamponi sono stati fatti a tutti, ci si muove con grande attenzione e appena c’è un positivo lo si mette in quarantena». L’ultimo è un giocatore del Werder Brema.
«Ce ne saranno altri, questo è prevedibile. Ma la sicurezza della squadra è garantita. Poi succedono cose bizzarre come quella di Heiko Herrlich». L’allenatore dell’Ausburg. Che gli è successo?
«E’ stato assunto tre giorni prima della pandemia. Si è fatto due mesi e mezzo di isolamento. L’altro giorno ha abbandonato il ritiro per prendersi un dentifricio, è tornato, ha fatto una conferenza dove con onestà ha ammesso di aver violato le misure cautelative e si è autosospeso per un’altra settimana. Così il suo debutto in panchina slitta ancora».
Fantastico. Un allenatore che si autosospende. In Italia non sarebbe mai successo. Comunque: realisticamente, cosa può andare storto? Qual è lo scenario peggiore?
«Ho rivolto di recente questa domanda a Fritz Keller, il presidente della DFB, la Federazione Calcio tedesca, ma ha evitato di rispondere. Diciamo che finché i contagiati sono pochi, allora la situazione si può gestire, ma se cominciamo a parlare di 6-7 squadre che hanno bisogno di far slittare le partite rischia di saltare tutto. Perché l’obiettivo, anche per questioni contrattuali, è quello di chiudere entro il 30 giugno. E poi c’è il rischio che i tifosi si radunino nei pressi dello stadio. I Germania ci sono già state manifestazioni antigovernative, sarebbe un grosso problema».
Le porte chiuse, le partite ogni 3-4 giorni, la paura del contagio: sarà un altro calcio. Cosa ne pensano calciatori, allenatori e dirigenti della Bundesliga? «Dicono che questa è la miglior soluzione nel contesto peggiore».
Ultima cosa: il calcio giocato. Chi riparte favorito?
«Il Bayern può usufruire di questa situazione, è la squadra più esperta, ha una panchina lunga, la società ha dato stabilità prolungando i contratti, a partire dall’allenatore Flick fino al 2023. Dovrà giocare in casa del Borussia Dortmund, ma senza il «Muro Giallo» sarà un’altra cosa».