Idem: «L’Italia colpita saprà rialzarsi»
L’ex fuoriclasse della canoa confronta l’esperienza tedesca con la nostra «Meno errori in Germania, però noi abbiamo la sensibilità giusta»
«La Germania? E' riuscita a non commettere i nostri errori. Ma è difficile confrontare le due situazioni perché la pandemia in Italia ha colpito duro e per prima». Josefa Idem, otto Olimpiadi di cui due con la maglia della Germania, 39 medaglie nella canoa in 30 anni di attività e ministro dello Sport, delle Pari opportunità e delle Politiche giovanili con il governo Letta, analizza dal suo osservatorio privilegiato i due modelli che in campo calcistico hanno adottato Germania e Italia.
Attualmente l'ex senatrice del Pd collabora con la Figc nell'area psicologica del settore giovanile scolastico.
In Germania, dopo aver consultato i rappresentanti dei 16 Lander, la Merkel ha dato il via libera alla ripresa della Bundesliga oggi, da noi invece ancora si discute.
«Bisogna distinguere i piani. In Germania la scelta è stata fatta dando priorità alla questione sanitaria. Sono certa che sarà così anche in Italia per la ripartenza del campionato. Saranno i comitati tecnico-scientifici e il governo a fare tutte le valutazioni. Ora sarà fondamentale rispettare le misure di sicurezza, a partire dal distanziamento fisico. E bene ha fatto la lega calcio tedesca a sospendere Kalou dell'Herta Berlino dopo aver messo in rete un video in cui se ne infischiava del rispetto delle misure sanitarie negli spogliatoi».
Il protocollo tedesco ha previsto un numero minimo di tamponi da eseguire e il giocatore positivo viene subito isolato dal resto della squadra:
«Ecco, il punto è il rispetto delle regole. Se si decide quanti tamponi fare, allora ci vogliono le garanzie che possano essere fatti: in Italia sul tema c'è molta sensibilità».
Ma chi dovrà decidere la ripresa del nostro campionato?
«Non spetta a me dirlo. Credo debbano esserci tutte le componenti che decidono come procedere. A iniziare dal comitato tecnico-scientifico. Se si dice quanti tamponi fare, bisogna anche sapere se poi ci sono però». Quindi?
«Voglio dire che da noi le autorità chiamate a decidere sono condizionate da un quadro epidemico che è stato più drammatico rispetto a quanto si è verificato invece in Germania».
Perché in Germania con solo il 20% di contagiati in meno il numero dei morti è solo un quarto rispetto all'Italia?
«Dovranno dircelo gli scienziati: si conosce ancora poco di questo virus. E' probabile che siano stati seguiti protocolli diversi, che il conteggio delle vittime abbia seguito criteri diversi. Non credo che le differenza dipendano dai sistemi sanitari: quello italiano è validissimo e lo so per esperienza».
Ma la Germania è stata più brava a contenere la pandemia:
«Di sicuro Italia e Germania sono state più brave della Gran Bretagna, il cui premier si era ostinata con l'immunità di gregge e ora registra più morti di noi. Se sottovalutata la diffusione del virus va fuori controllo, credo che l'Italia abbia pagato il prezzo di essere stato il primo Paese europeo a essere investito così pesantemente dal coronavirus».
Ma secondo lei il nostro campionato ripartirà?
«Me lo auguro, perché il calcio non è solo business ma coinvolge le passioni di tanti italiani. Nel rispetto delle misure di sicurezza, faccio il tifo affinché il campionato si possa concludere entro l'estate. Magari anche a costo di comprimere la fase finale». Lei come vede la partenza della Fase 2?
«Sono arrabbiata quando vedo che non si rispettano le regole, che non si usano né mascherine né guanti, come si è visto nei filmati sui Navigli a Milano».