LA LIGA PREPARA VIAGGI BLINDATI
Ma c’è la frenata dei preparatori: «Lo sforzo agonistico espone i calciatori a possibili contagi»
Prosegue il lavoro instancabile di Javier Tebas, in vista dell’anelata ripartenza della Liga. A poche ore dalla sottoscrizione del codice di buona condotta che dovrebbe aver fatto scoppiare la definitiva pace con Luis Rubiales, numero uno della Federazione, il presidente della Lega è riapparso per officiare la Junta de División, alla presenza dei rappresentanti di tutte le squadre di prima e seconda divisione. In questa sede sono state presentate le bozze del protocollo per la ripresa delle competizioni, che dovrebbero essere approvate lunedì dalla Commissione Delegata della Lega. Il documento, poi, sarà consegnato al Ministero della Salute, che lo farà esaminare dagli specialisti in vista di eventuali ritocchi e della definitiva approvazione.
VIAGGI BLINDATI. Al protocollo per la ripresa delle partite la Lega, forte della supervisione e dei consigli di Pablo Tebas, fratello del presidente e tra i più autorevoli virologi a livello mondiale collabora anche con la fondazione Bill e Melinda Gates, che punta a ottenere un vaccino contro il Covid-19 in tempi brevi - sta lavorando ormai da quasi due mesi. Al centro di quest’ultima riunione, a testimonianza della sensazione diffusa che la ripartenza potrebbe arrivare davvero il prossimo 12 giugno, c’è stata la questione logistica degli spostamenti della squadre. Sul tema,
Tebas ha voluto tranquillizzare tutti, specie i club con meno risorse economiche, garantendo che saranno messi a disposizione di ogni squadra i mezzi per viaggiare con il massimo della sicurezza e con meno disagi possibili. La prima opzione, pertanto, sarà sempre quella del volo charter, che isolerà i calciatori da altri eventuali passeggeri in tutti gli scali, dove troveranno già sulla pista di atterraggio i due autobus necessari per arrivare agli stadi, mantenendo costantemente le richieste distanze di sicurezza. La stessa Lega si è impegnata a coprire parte dei costi, con il tesoretto che in un primo tempo doveva essere destinato a pagare gli hotel in cui si sarebbero dovute blindare le squadre per qualche settimana. La situazione, nel frattempo, è migliorata e sull’esempio tedesco il miniritiro è stato ridotto a soli sette giorni.
I DUBBI DEI PREPARATORI. Se Tebas va ormai dritto per la sua strada, appoggiato dal Governo e seguito, ormai, da tutti i club, più cauti si dimostrano i preparatori atletici della varie compagini, che si sono riuniti per discutere delle loro perplessità e per redigere un documento di trenta pagine in cui viene ribadito che la dinamica di lavoro rende impossibile il rischio zero. «L’alto stress psicologico e fisiologico connaturato alla competizione professionistica aumenta i le possibilità di contrarre malattie come il Covid-19». Segue una richiesta relativa alla possibilità di aumentare il previsto intervallo di tre giorni, tra una partita e l’altra. Tutte le componenti, comunque, danno per acquisito che la comparsa di eventuali positivi, al termine di una partita, non comporterà la sospensione del torneo, ma solo l’isolamento del contagiato.
Nuove garanzie: parte delle spese per le trasferte pagata dalla Lega