Premier tra campi neutri e tv in chiaro
José Mourinho è il più impaziente di ricominciare. D’accordo con le linee guida del “Project Restart”, per portare a termine l’attuale stagione, sono anche Jurgen Klopp, ad un passo dal primo titolo inglese, e Carlo Ancelotti. Ma tra i 20 manager della Premier League non mancano le voci dubbiosi, in dissenso con la maggioranza. Come quelle di Pep Guardiola e di Frank Lampard. Entrambi perplessi quanto preoccupati che il ritorno in campo possa rappresentare un pericolo, anche indiretto, per la salute degli atleti e delle loro famiglie.
ATTESA. Non c’è dunque uniformità di pensiero tra gli allenatori del massimo campionato inglesi. Differenze, anche sostanziali, emerse con la massima chiarezza nella video-conferenza di inizio settimana. Ma dopo il via-libera del governo, che dal primo giugno consentirà la trasmissione televisiva degli eventi sportivi, la ripresa del campionato inglese appare decisamente più vicina. Anche i club sono ora allineati per ricominciare gli allenamenti entro la fine di maggio, così da poter calendarizzare le prime partite verso la metà di giugno. Nel giro di un mese circa, dopo le necessarie settimane di allenamenti, prima individuali e poi di squadra.
PROTOCOLLO. Manca però ancora un’intesa sostanziale sui dettagli, non secondari, della ripresa. A cominciare dal protocollo di sicurezza, che dovrà essere in linea con le indicazioni fornite dal governo e dalle autorità medico-sanitarie, fino alla scelta di giocare in campo neutro. Una soluzione, quest’ultima, osteggiata fortemente dai club in lotta per evitare la retrocessione. Settimana prossima è prevista l’ennesima video-riunione tra i rappresentanti delle 20 società, e sarà allora che si capirà - una volta per tutte - quando e se verranno disputate le 92 rimanenti partite della Premier. Necessarie per sancire il trionfo del Liverpool, al quale mancano solo sei punti per l’aritmetico titolo numero 19, ma anche per decretare l’assegnazione dei pass per l’Europa e le retrocessioni.
DIRETTA TV. Ancora dieci giornate (per alcune squadre solo nove) che dovranno tutte essere trasmesse in tv. Tramite una copertura televisiva senza precedenti a queste latitudini. E’ stato lo stesso governo, tra le condizioni poste per la ripresa, a sottolineare l’importanza che tutti gli incontri non solo vengano trasmessi dalle emittenti che detengono i diritti tv ma che qualche partite ogni turno sia in chiaro su uno dei canali nazionali. Un modo per allargare ancor più l’attenzione mediatica verso il campionato, scongiurando nel frattempo il rischio di assembramenti al di fuori degli impianti sportivi dove si giocherà.
Le “sedi uniche” fanno discutere Qualche partita sarà visibile a tutti