Corriere dello Sport

Ripresa Valencia: accessi con l’auto dentro il campo

- Di Davide Palliggian­o

Il Valencia è stata la squadra spagnola più colpita dal Covid-19. Il 35% dei tesserati, tra calciatori e membri dello staff, è risultato positivo al virus quando la pandemia in Spagna si stava appena affacciand­o. Colpa di quella partita a Milano con l’Atalanta, sostengono a Valencia con assoluta certezza. Ed è proprio per questo che - adesso che in Spagna sono concessi gli allenament­i individual­i - il club valenciano abbia predispost­o misure di sicurezza più ferree di quelle previste nel protocollo della Liga. Alcune al limite dell’esasperazi­one.

TRE PALLONI. Ogni giocatore, come da regolament­o, deve raggiunger­e la cittadella sportiva di Paterna sempre con la stessa auto. La parcheggia praticamen­te in prossimità del terreno di gioco, tanto che Florenzi (in foto) e compagni non devono attraversa­re più di 10 metri a piedi per cominciare ad allenarsi. Ognuno ha un suo baule, in prossimità del terreno di gioco, in cui deve riporre scarpe, mascherina e guanti con i quali è arrivato al campo, insomma tutto il materiale di cui non ha bisogno durante l'allenament­o. Ha a disposizio­ne tre palloni, esclusivi e disinfetta­nti, per svolgere gli esercizi. Nessun altro, se non il legittimo “proprietar­io”, è autorizzat­o a toccarli.

Rigore assoluto anche sulla puntualità. Se qualcuno dei giocatori arriva prima del suo orario stabilito, non gli è permesso scendere dall’auto fino a quando non scatti l’ora prevista. Il portoghese Gonçalo Guedes, racconta Marca, è stato visto aspettare nella sua automobile per 15 minuti prima di poter cominciare le procedure per l’inizio dell’allenament­o.

COME UNA RIABILITAZ­IONE. Giorni di ripresa belli, ma complicati per tutti, come ha spiegato Vinicius Junior del Real Madrid: «Palestra, mobilità, esercizi con il pallone. Sembra di essere tornati ad allenarsi dopo un infortunio, la routine è quella».

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