Ripresa Valencia: accessi con l’auto dentro il campo
Il Valencia è stata la squadra spagnola più colpita dal Covid-19. Il 35% dei tesserati, tra calciatori e membri dello staff, è risultato positivo al virus quando la pandemia in Spagna si stava appena affacciando. Colpa di quella partita a Milano con l’Atalanta, sostengono a Valencia con assoluta certezza. Ed è proprio per questo che - adesso che in Spagna sono concessi gli allenamenti individuali - il club valenciano abbia predisposto misure di sicurezza più ferree di quelle previste nel protocollo della Liga. Alcune al limite dell’esasperazione.
TRE PALLONI. Ogni giocatore, come da regolamento, deve raggiungere la cittadella sportiva di Paterna sempre con la stessa auto. La parcheggia praticamente in prossimità del terreno di gioco, tanto che Florenzi (in foto) e compagni non devono attraversare più di 10 metri a piedi per cominciare ad allenarsi. Ognuno ha un suo baule, in prossimità del terreno di gioco, in cui deve riporre scarpe, mascherina e guanti con i quali è arrivato al campo, insomma tutto il materiale di cui non ha bisogno durante l'allenamento. Ha a disposizione tre palloni, esclusivi e disinfettanti, per svolgere gli esercizi. Nessun altro, se non il legittimo “proprietario”, è autorizzato a toccarli.
Rigore assoluto anche sulla puntualità. Se qualcuno dei giocatori arriva prima del suo orario stabilito, non gli è permesso scendere dall’auto fino a quando non scatti l’ora prevista. Il portoghese Gonçalo Guedes, racconta Marca, è stato visto aspettare nella sua automobile per 15 minuti prima di poter cominciare le procedure per l’inizio dell’allenamento.
COME UNA RIABILITAZIONE. Giorni di ripresa belli, ma complicati per tutti, come ha spiegato Vinicius Junior del Real Madrid: «Palestra, mobilità, esercizi con il pallone. Sembra di essere tornati ad allenarsi dopo un infortunio, la routine è quella».