LA LAZIO IN STAND BY INZAGHI IN FASE DUE
Ritiro ancora in bilico, dipenderà dal protocollo: oggi nuovi test. Sul campo ieri niente partitelle ma Simone aumenta l’intensità dell’allenamento
Un’altra giornata di attesa Lotito era a Formello a controllare i lavori
Il ds Tare e Peruzzi in campo a seguire le sedute atletiche dei giocatori
Lotito ieri pomeriggio alle quattro si trovava a Formello e stava controllando i lavori del nuovo muro di cinta del centro sportivo. Andava di corsa: era atteso in serata dall’ennesima call conference del Consiglio di Lega dedicata al tema dei ritiri. L’ipotesi di farlo scattare lunedì è considerata remota, ma dalla Lazio ancora ieri pomeriggio non si escludeva totalmente e veniva preso altro tempo, rimandando alle prossime ore una possibile svolta o almeno un’indicazione più certa dei tempi. La Serie A ha chiesto di eliminare l’obbligatorietà del ritiro dal protocollo indicato dalla Commissione Tecnico Scientifica. Sono in corso consulti e con la mediazione del presidente federale Gravina tutti i club (compresa la Lazio) sperano di ottenere una procedura con meno vincoli per gli allenamenti collegiali. Ecco come si spiegano l’attesa e l’estrema prudenza. Programma in definizione e il club biancoceleste nell’incertezza (ritiro sì, ritiro no) ha previsto per oggi una nuova sessione di test sierologici per monitorare l’intero gruppo squadra. Lotito era guardingo e fremente come succede quando sente la svolta in arrivo. Nei prossimi tre-quattro giorni si potrà chiudere l’operazione di salvataggio del campionato o naufragheranno le ultime possibilità di portarlo a termine tra giugno e luglio. Un crinale da cui dipenderà l’intero calcio italiano e che comporterebbe, in caso negativo, riflessi e ricadute pesanti per qualsiasi società.
FASE DUE. Si è aggiunto il caso della partitella “tre contro tre” portato alla luce dal Corriere della Sera due giorni fa e su cui si attiverà la Procura federale. La società, informalmente, ha garantito che tutti gli esercizi in questione si sarebbero svolti con regolare distanziamento. Lotito ha parlato con Inzaghi giovedì mattina. Ieri, invece, sono riapparsi sul campo il ds Tare e il club manager Peruzzi, seguendo dall’inizio alla fine i due turni di sedute atletiche previste in mattinata. I due dirigenti sono stati a colloquio con Simone. Il mini-gruppo della Lazio era formato da Bastos, André Anderson, Luiz Felipe, Correa, Jony e Guerrieri. Riscaldamento con la palla, qualche allungo, stop e palleggi. Poi il lavoro atletico in “conduzione”: percorso lungo cinquanta metri, slalom tra i paletti, passaggio verso una tavola per provocare la sponda e poi andare a concludere l’azione cercando di centrare la porticina. I giocatori partivano a distanza. Poi il lavoro è diventato più tecnico, ancora portando il pallone tra gli ostacoli, uno-due con il compagno a tre o quattro metri di distanza e il tiro in porta. Niente “partitelle incriminate”, un tema su cui la società per il momento ha scelto (con saggezza) di non pronunciarsi. L’allenamento di ieri è durato poco più di un’ora e con un’intensità superiore rispetto ai giorni scorsi. Inzaghi sta aumentando i ritmi dopo la prima settimana condotta in modo più blando. E’ la cosiddetta Fase Due, come l’ha definita il professor Fabio Ripert, responsabile della preparazione atletica della Lazio. Durerà un’altra settimana e continuerà da lunedì a sabato 24 in attesa di capire se gli allenamenti della Serie A in che modo potranno essere allargati oppure no.
LUKAKU. Nelle intenzioni della Lazio e della Serie A, in attesa delle modifiche del protocollo, si potrebbe proseguire nello stesso solco tracciato in settimana. Inzaghi cercherà però di intensificare e aumentare i carichi di lavoro: evitare infortuni muscolari e cominciare a lavorare sul serio sono gli obiettivi da raggiungere a breve scadenza. E’ stato segnalato Jordan Lukaku a Formello. Ieri e giovedì non è stato visto sul campo. Secondo quanto è trapelato, l’esterno belga è già rientrato a Roma e avrebbe osservato le due settimane di quarantena a casa. Si trova ancora in Svizzera, invece, il capitano Senad Lulic: erano previsti 90 giorni di stop per la guarigione completa dopo l’intervento alla caviglia.
Jordan Lukaku è tornato a Roma e ha già superato la quarantena